Il discorso del “Passo Romano”
(1 febbraio 1938)
Il 10 febbraio
1938-XVI l'Italia celebra il XV annuale della Milizia. Un rito
guerriero ha luogo in Roma: il Duce decora i labari delle Legioni
reduci dall'Africa, consegna alle famiglie dei Caduti le medaglie al
valore, saluta i battaglioni che sulla Via dei Trionfi sfilano per la
prima volta a «passo romano». Il popolo tributa un
battesimo di applausi a questo nuovo magnifico passo che da questo
giorno distinguerà le riviste dell'Esercito, della Milizia e
delle formazioni giovanili del Partito. Ecco il discorso pronunciato
dal Duce:
Ufficiali, Sottufficiali,
Legionari, vicini e lontani!
Voglio prima di tutto dirvi che
sono fiero di voi.
Vi presentate come una massa
compatta che ha un volto solo.
Coloro che nel marzo del 1923
videro la prima sfilata delle Legioni ed hanno la fortuna di
assistere all'odierna possono di colpo misurare l'enorme portata dei
progressi compiuti.
Affiancata alle altri Forze Armate
dello Stato, delle quali con fraterno cameratismo allevia i compiti
ponderosi nei periodi di pace, la Milizia, durante la guerra,
mobilita i suoi battaglioni per rappresentare e tramandare lo spirito
eroico dello squadrismo fascista, che fu e rimane la vecchia fedele
guardia della Rivoluzione.
Durante questi 15 anni, la Milizia
ha scritto pagine di sangue e di gloria in Libia, in Etiopia, in
terra di Spagna.
Essa è pronta a cimentarsi
in prove anche più ardue. Io so che voi non attendete che un
grido.
Legionari!
Fra poco, dopo pochi giorni
soltanto di esercizi, dodici dei vostri battaglioni sfileranno per
via dei Trionfi col nuovo passo romano di parata.
(segue...)
|