(segue) L'Asse Roma-Berlino. Hitler in Italia
(2-9 maggio 1938)
[Inizio scritto]
Noi siamo convinti che è su
questa via che le Nazioni d'Europa troveranno quella tranquillità
e quella pace che sono indispensabili a preservare le basi stesse
della civiltà europea.
Führer!
Io ho ancora vivo nell'animo lo
spettacolo mirabile di lavoro, di pace e di forza che, l'autunno
dell'anno scorso, mi ha offerto il Vostro Paese, rinnovato da Voi, in
quelle fondamentali virtù della disciplina, del coraggio e
della tenacia, che fanno la grandezza dei popoli. Non ho dimenticato
né dimenticherò le accoglienze che mi furono tributate
da Voi, dalle autorità, dal popolo.
Alla Vostra potente opera di
ricostruzione vanno i voti più fervidi miei e dell'Italia
fascista. Alla Vostra salute, io alzo, Führer, il mio bicchiere
e bevo alla prosperità della Nazione tedesca, all'inalterabile
amicizia dei nostri due popoli.
Risponde Hitler:
Duce!
Profondamente commosso, Vi
ringrazio per le cordiali parole di benvenuto che avete voluto
indirizzarmi, a nome sia del Governo sia del popolo italiano. Sono
felice di trovarmi qui a Roma, città che ai ricordi del suo
passato incomparabilmente glorioso unisce i segni potenti della
giovane Italia fascista.
Dal momento in cui ho messo piede
sul suolo italiano, ho trovato dovunque un'atmosfera di amicizia e di
simpatia, che mi rende profondamente felice.
Con la stessa intima commozione,
il popolo tedesco ha salutato nello scorso autunno nella vostra
persona il creatore dell'Italia fascista, il fondatore di un nuovo
Impero e nello stesso tempo il grande amico della Germania.
Il movimento nazionalsocialista e
la Rivoluzione fascista hanno creato due nuovi potenti Stati, i quali
oggi, in un mondo irrequieto e disgregato, costituiscono un esempio
d'ordine e di sano progresso. La Germania e l'Italia hanno uguali
interessi e, per la loro comunanza di ideologie, sono l'una all'altra
strettamente legate.
(segue...)
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