(segue) Lettera a Runciman
(15 settembre 1938)
[Inizio scritto]
Io credo, signor Runciman, che voi
avete visto questa situazione nei termini in cui io l'ho tracciata.
E, forse, vi siete domandato che cosa vi restasse da fare. (Si è
infatti parlato di un vostro ritorno a Londra). No. Dopo il discorso
di Hitler, viene il bello, per voi, o signor Runciman. Voi potete
agire e compiere qualche cosa che passerà alla storia. Non è
più il tempo dei compromessi. Karlsbad è superata.
Benes — da vecchio parlamentare — ha perduto la corsa.
Voi, signor Runciman, dovete semplicemente proporre a Benes il
plebiscito non soltanto per i Sudeti, ma per tutte le nazionalità
che lo domanderanno. Benes respingerà il plebiscito? E allora
voi gli potreste far sapere che l'Inghilterra ci penserà sette
volte sette prima di scendere in guerra semplicemente per conservare
uno Stato-finzione mostruoso anche nella sua conformazione
geografica, tanto che fu chiamato a volta a volta Stato coccodrillo o
Stato salsiccia. Se Londra fa sapere che sta ferma, nessuno si muove.
Il gioco — qui — non vale assolutamente la candela, anche
se è infilata nei candelabri massonici del Grande Oriente. Se
Hitler pretendesse di annettersi tre milioni e mezzo di Ceki,
l'Europa avrebbe ragione di commuoversi e muoversi. Ma Hitler non
pensa a ciò. Chi vi scrive questa lettera è in grado di
dirvi — confidenzialmente — che qualora gli venissero
offerti tre milioni e mezzo di Ceki, Hitler declinerebbe
garbatamente, ma risolutamente, tanto regalo. Il Führer si
occupa e preoccupa dei tre milioni e mezzo di Tedeschi e soltanto di
loro. Nessuno gli può contestare tale diritto. Nessuno può
opporsi all'adempimento di tale dovere. Meno di tutti noi Italiani,
che abbiamo dei precedenti in materia.
Coraggio, mister Runciman.
Proponete il plebiscito, anzi i plebisciti. È un compito
magnifico e delicato. Ci sono delle zone compatte, dove il plebiscito
significherà l'annessione pura e semplice ai popoli fratelli;
ci sono delle zone — viceversa — dove le razze si sono
terribilmente frammischiate ed un taglio netto è impossibile.
Qui potrebbe entrare in scena il regime delle così dette
cantonalizzazioni paritarie o qualche cosa del genere. Il che
sarebbe, fra l'altro, nella tradizione democratica.
(segue...)
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