(segue) Lettera a Runciman
(15 settembre 1938)
[Inizio scritto]
Fissate le zone del plebiscito,
rimarrebbero da stabilire la data, le modalità, il controllo,
che potrebbe essere di carattere internazionale come già
avvenne con risultati soddisfacenti nel plebiscito della Saar.
Ho l'impressione, mister Runciman,
che questa lettera vi interesserà. A vicenda conclusa ci
sarebbe un'altra modificazione semplificativa nella carta geografica
d'Europa e la eliminazione di un focolaio di disordine e di
inquietudine. Praga, pacificamente «deflazionata»,
sarebbe più forte e più sicura e camminerebbe più
spedita, poiché non avrebbe più al piede la palla di
piombo delle nazionalità ostili. Mentre per l'Italia è
praticamente impossibile fare oggi una politica d'amicizia con la
Ceko-slovacchia attuale, ciò sarebbe possibile con la Boemia
di domani. Così la nuova situazione politico-territoriale
determinerebbe nuovi equilibri e nuove possibilità e
soprattutto l'Europa farebbe l'economia di una guerra.
Milioni di uomini pensano che
questa economia è strettamente necessaria.
Frontiere tracciate con gli
inchiostri, da altri inchiostri possono essere modificate.
Altra cosa quando le frontiere
furono tracciate dalla mano di Dio e dal sangue degli uomini.
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