(segue) Il viaggio nelle Venezie
(18-26 settembre 1938)
[Inizio scritto]
L'eco mondiale
della «Lettera a Runciman» si sovrappone, nelle cronache
dei giornali, alla notizia, non meno clamorosa, dell'incontro di
Chamberlain e di Hitler, il 15 settembre, a Berchtesgaden. Visto
l'aggravarsi della situazione, il Primo Ministro d'Inghilterra ha
proposto al Führer un incontro diretto e il Führer ha
accettato: lo scambio di vedute è definito, nel comunicato,
«completo e aperto»; «fra alcuni giorni i colloqui
saranno ripresi».
Ma la
Cecoslovacchia non perde tempo: nello stesso giorno, estende ad altri
5 distretti la già proclamata legge marziale; ordina l'arresto
del capo dei tedeschi sudetici, Corrado Henlein, e lo scioglimento
del suo Partito; obbliga decine di migliaia di tedeschi a cercare
riparo in Germania. In quest'atmosfera grave di minacciosi eventi, il
Duce, secondo il programma da tempo fissato, inizia il suo viaggio
nella Venezia Giulia. È il 17 settembre. Il Duce lascia la
Rocca delle Caminate, sale, alla stazione di Forlì, sul treno
che lo porta a Venezia, dove s'imbarca sul cacciatorpediniere
«Camicia Nera». Alle 10,25 del 18 settembre sbarca a
Trieste. Oltre 200.000 persone gremiscono piazza dell'Unità e
le adiacenze. Il podio è costituito da due grandi timoni di
nave che, in alto, reggono una pedana: da questo podio simbolico il
Duce così parla al popolo di Trieste:
E' questa, o Triestini e
Triestine, la quarta volta che ho la ventura, l'onore e la gioia di
rivolgervi la parola.
La prima fu nel dicembre del 1918,
quando nell'aria della vostra città e nelle vostre anime c'era
ancora, visibile e sensibile, la vibrazione del grande evento che si
era compiuto con la Vittoria.
Tornai nel 1920 e 1921, quando
eravamo tormentati dalle questioni di pace mediocre e per alcuni
aspetti storta, mentre lo squadrismo triestino ripuliva energicamente
ed eroicamente la vostra città dai molti, dai troppi reliquati
dell'antico regime.
(segue...)
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