(segue) Il viaggio nelle Venezie
(18-26 settembre 1938)
[Inizio scritto]
Aggiungo tuttavia, sicuro
d'interpretare il vostro pensiero e il vostro sentimento, che se
dramma ci fosse, noi lo affronteremo.
Un'altissima acclamazione saluta
queste parole del Duce, il quale prosegue constatando come in questi
venti anni il destino sia sempre stato propizio all'Italia; gli
Italiani sono oggi di una nuova tempra, capaci anche di piegare il
destino con la loro volontà.
Esprime quindi il suo alto
compiacimento per la parata infantile che lo ha accolto al suo
ingresso nella città e ricorda che i popoli fecondi sono
sempre sicuri del loro avvenire: i piccoli di oggi saranno domani i
soldati italiani che avranno sempre in pugno la vittoria.
È già
sera quando il Duce, dopo una breve sosta a Cevedale, arriva ad
Udine. Qui, esattamente sedici anni prima, il 20 settembre del '22,
aveva ricevuto il giuramento delle Camicie Nere friulane e iniziata
la serie dei discorsi preparatori della Marcia su Roma. Udine
ricorda; Udine è tutta vibrante e orgogliosa in questo
ricordo. E accoglie il Duce con un grido di passione infinita. E qui,
ancora, il Duce parla ad Udine pioniera e fascista:
Camicie Nere!
Torno tra voi nel ventennale della
Vittoria, esattamente 16 anni dopo il mio discorso annunciatore della
Marcia su Roma.
Volli allora venire tra voi perché
Udine era stata la capitale della guerra, perché milioni di
Italiani sono passati per le vostre strade, hanno sostato nella
vostra città, hanno apprezzati la magnifica, fraterna
ospitalità del popolo friulano.
Noi non amiamo soffermarci troppo
sul passato, perché la nostra volontà ci spinge sempre
verso il futuro; tuttavia non sarà male ricordare e domandarci
che cosa era l'Italia il 20 settembre del 1922.
(segue...)
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