(segue) Al Consiglio Nazionale del Partito Nazionale Fascista
(25 ottobre 1938)
[Inizio scritto]

      «La stessa fede e la stessa dedizione spinsero in terra di Spagna gli eroici Legionari che tornano dopo 18 mesi di epiche battaglie e che il Consiglio Nazionale del Partito saluta alfieri ardimentosi della civiltà del Littorio, mentre rivolge il pensiero ai Caduti ed ai Camerati che, rimasti al loro posto di combattimento, vivono nell'ansia di nuovi cimenti e di nuove vittorie.
      «Quest'ansia alimenta diuturnamente i ranghi della gloriosa Milizia, guardia fedele della Rivoluzione, che ha consacrato col sangue il coraggio indomito dei Vostri legionari.
      «Le Camicie Nere e il popolo italiano hanno ed avranno sempre la stessa suprema aspirazione: servire nel nome di Roma il Duce Fondatore dell'Impero.»

      Prende quindi la parola il Duce che fa il punto della situazione dell'Italia fascista alla fine dell'anno XVI.
      Rievocate le tappe fondamentali del cammino percorso ed illustrati i risultati conseguiti nei vari settori, il Duce elogia i gerarchi per l'opera svolta e segna le direttive per l'attività avvenire, richiamando specialmente la loro attenzione sulla necessità che la battaglia autarchica sia condotta inflessibilmente fino all'estremo limite ed invitandoli a dedicarsi col massimo impegno alla formazione dei giovani, che perpetuano il clima ardente della Rivoluzione.