(segue) Alla riunione conclusiva della Commissione dell'Autarchia
(1 novembre 1938)
[Inizio scritto]
«La Commissione Suprema
dell'Autarchia approva, per quanto riguarda il finanziamento delle
iniziative autarchiche, la mozione presentata dalla Corporazione del
Credito e dell'Assicurazione».
A conclusione delle sette riunioni
della Commissione Suprema dell'Autarchia, il Duce dichiara che essa
ha compiuto un lavoro interessantissimo, che è stato seguito
attentamente dall'opinione pubblica italiana, e che ha avuto anche
notevole eco negli organi di stampa dei principali Paesi stranieri.
«Si è avuta la netta
impressione — continua il Duce — che abbiamo camminato e
soprattutto che cammineremo anche nell'avvenire».
Riassume il programma e le
direttive per il futuro svolgimento dei piani autarchici nelle
seguenti dichiarazioni finali:
1°) Per il raggiungimento
dell'autarchia i territori metropolitani e quelli dell'Impero
costituiscono una unità inscindibile;
2°) Nel campo del fabbisogno
alimentare vi sono due voci deficitarie: carni e grassi. I grandi
canali d'irrigazione progettati e che saranno costruiti entro un
quinquennio, e l'olivicoltura metropolitana, con le colture dei
territori imperiali, risolveranno il primo e il secondo problema;
3°) Nei fabbisogni industriali
vi sono settori ove l'autarchia ci è già data dalla
natura; altri nei quali è ormai raggiunta; altri nei quali è
raggiungibile per oltre il 50 per cento; altri, infine, dove è
irraggiungibile o quasi. In quest'ultimo caso dovranno funzionare le
restrizioni volontarie e i surrogati che la scienza offre;
4°) La battaglia per
l'autarchia sarà condotta inflessibilmente, travolgendo
qualsiasi palese o larvata resistenza rivelatrice di una mentalità
superata. Nello Stato fascista è l'economia che deve servire
la politica e non viceversa;
(segue...)
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