Al Maresciallo Balbo mentre sbarcano i 20.000 coloni
(3 novembre 1938)
Il più
grande evento nella storia della colonizzazione è
rappresentato dalla partenza in massa di ventimila coloni che ai
primi di novembre salpano dai porti della patria diretti alla Libia
dove li attendono le case e la terra che il Regime ha loro destinato
nel nome del lavoro e della civiltà. Episodi commoventi
avvengono alla partenza, durante la navigazione, allo sbarco; questo
autentico popolo che trasmigra, seguito dal palpito commosso di tutta
la nazione e fra l'attenzione stupita del mondo, sente in sé
l'orgoglio della sua missione e si volge riconoscente al Duce e alla
patria che gli hanno preparato i mezzi per vincere la dura battaglia
della vita e contemporaneamente contribuire ad un'opera di
civilizzazione che ha riscontro soltanto nella politica sociale
dell'antica Roma.
Ogni famiglia di
colono troverà, nelle nuove case, il necessario per il suo
sostentamento fino al giorno in cui la terra comincerà a dare
i suoi prodotti; quindi s'inizierà il ciclo naturale
dell'economia agricola in colonia. Il Maresciallo Balbo, Governatore
generale della Libia, che è stato «l'animatore e
l'organizzatore» dell'impresa, invia, nell'occasione, il
telegramma seguente al Duce:
«I
ventimila coloni dell'Italia fascista, mentre sbarcano a Tripoli per
la conquista del lavoro che farà rifulgere nell'Africa
Mediterranea la pace di Roma, innalzano a Voi, Duce, i cuori e le
insegne in un impeto incontenibile di fede, di volontà, di
ardore che li rivelano meritevoli della grande opera alla quale li
avete chiamati. «Duce, sono fiero di guidare ai Vostri ordini
questo esercito rurale che marcia col passo risoluto del legionario
nel segno del Littorio per rendere la Libia degna del suo alto
destino di regione italica.
(segue...)
|