A 600 coloni capi-famiglia
(21 dicembre 1938)
600 rurali sono
ricevuti dal Duce a Palazzo Venezia, il 21 dicembre: 600 coloni
capi-famiglia simboli di tutta una stirpe di lavoratori della terra.
Dice, tra l'altro, il Commissario per le migrazioni e le
colonizzazioni, on. Nannini, presentandoli al Duce:
«Voi
premiate oggi 600 coloni capifamiglia appartenenti alle provincie di
Roma, Littoria, Foggia, Pisa, Grosseto, Potenza, Matera, Salerno,
Cosenza, Catanzaro, Cagliari e Sassari. Altri 400 saranno premiati, a
nome Vostro, in Agro Pontino e 720 a primavera delle provincie di
Tripoli, Misurata, Tengasi e Derna. È un complesso, quindi, di
oltre 1700 famiglie rurali che, per avere più e meglio bene
peritato nella nobile fatica della riconquista della terra, ricevono
il segno più alto e più ambito: l'attestato morale e
tangibile della Vostra benevolenza nei loro confronti.»
Il Duce rivolge un vivo elogio al
camerata Nannini e sottolinea l'importanza di queste riunioni annuali
che gli danno la gioia di trovarsi a contatto con i rurali e di
premiarli.
Il premio che riceveranno è
l'attestazione del riconoscimento dovuto alla loro opera, perché
il Regime considera i rurali come la base essenziale della Nazione.
Il rapporto fra la massa rurale e
quella cittadina non dovrà essere alterato e la popolazione
del Regno dovrà continuare a vivere per il 50 per cento non
meno sulla terra. I popoli che abbandonano la terra sono condannati
ad aumentare la massa dei disoccupati. Sono passati i tempi, in cui
chi lavorava la terra era considerato al secondo posto, oggi chi
lavora la terra dev'essere considerato fra i primi.
Tutte le provvidenze del Regime
sono rivolte, appunto, a difendere l'opera dei contadini italiani, ai
quali nessun paese offre quel complesso di provvidenze che il
Fascismo ha voluto ed applica.
(segue...)
|