(segue) Il brindisi a Chamberlain
(11 gennaio 1939)
[Inizio scritto]

      Gli accordi italo-britannici entrati recentemente in vigore hanno posto sopra una base salda le relazioni fra la Gran Bretagna e l'Italia e non solo hanno ricostituito sopra un nuovo piano di intesa e nella nuova realtà mediterranea ed africana l'amicizia fra i nostri due Paesi, ma aperto la via ad una collaborazione che, elemento necessario alla pace dell'Europa, noi ci auguriamo tanto durevole quanto feconda.
      È con questi voti, ai quali unisco i miei più sinceri sentimenti di amicizia per la Vostra persona, che io alzo, Eccellenza, il mio bicchiere in onore di S. M. il Re di Gran Bretagna, Irlanda e dei Domini britannici d'oltremare, Imperatore d'India, alla Vostra salute, alla grandezza e prosperità della Vostra Nazione.


      Chamberlain risponde:

      «Ho grandemente apprezzato i cordiali sentimenti che Voi, Eccellenza, avete testé espressi nei miei riguardi e in quelli del mio Paese, e tanto il Segretario per gli Affari Esteri quanto io siamo stati molto commossi dal calore dell'accoglienza che ci è stata fatta al nostro arrivo nella Capitale dell'Impero italiano.
      «È un vero piacere per noi visitare nuovamente questo Paese e in questa città — la quale attraverso i secoli ha ispirato in maniera così notevole tanta parte del pensiero e dell'attività umana — poter vedere con i nostri occhi la nuova Italia, potente e in ascesa, che è sorta sotto la guida e l'ispirazione di V. E.
      «È come rappresentante di ima grande Nazione, il cui desiderio è di rimanere in stretta amicizia e, dirò anzi, intime relazioni con un'altra grande Nazione, che mi trovo qui oggi.
      «Voi, Eccellenza, avete avuto l'amabilità di menzionare in termini lusinghieri la parte da me svolta nel trovare una soluzione ai problemi che nel settembre scorso pesavano sulla vita dell'Europa. Desidero ripetere ciò che ho già avuto occasione di dire: che noi Vi siamo grandemente debitori, Eccellenza, per il Vostro aiuto e la Vostra collaborazione che contribuirono in maniera così decisiva al pacifico risultato della Conferenza di Monaco. «Sono venuto qui col proposito di continuare la politica che fermamente perseguo: una politica di amicizia con tutti e di inimicizia verso nessuno, una politica diretta alla giusta e pacifica soluzione delle difficoltà internazionali attraverso il metodo dei negoziati. Mi rallegro al pensiero che i nostri due Governi abbiano potuto dare una concreta espressione a questa politica, giacché è appunto in questo spirito che essi conclusero nella primavera scorsa l'accordo anglo-italiano che è recentemente entrato in vigore.

(segue...)