Nel mio diario in data 25 gennaio trovo: «Ho atteso sino alle 23 l'annuncio dell'arrivo, dopo che avevo seguito le tappe. Sono fiero di Bruno e dei suoi camerati. È un volo che per molto tempo non sarà superato!».
Il distintivo di “Atlantico”
Appena giunti a Rio, mandasti il seguente messaggio a Le Vie dell'Aria, che lo pubblicava nel suo numero del 5 febbraio:
«Il volo si è svolto secondo il programma prestabilito.
«Ora, ad impresa compiuta, è questa la considerazione che mi si presenta più spontanea. Un volo di così vasta portata era l'ambizione dei «Sorci Verdi» sin da quando hanno avuto in dotazione questi magnifici apparecchi, e tutti noi siamo oggi grati a chi ci ha messo in condizioni di realizzarlo e orgogliosi per averlo portato a termine. Io particolarmente, che sono fra i piloti di questa crociera il più giovane, sento l'intima gioia della bella esperienza compiuta.
«Già ho scritto in questo giornale che il nostro volo non voleva rappresentare una impresa di eccezione, ma piuttosto l'affermazione di una tecnica costruttiva e di tutto un sistema di disciplina e di allenamento che sono caratteristiche basilari dell'Aeronautica italiana. La rotta atlantica si prestava in modo particolare a questa riprova, perché, da molto tempo, è oggetto di studi, tentativi e realizzazioni da parte di altre Aeronautiche. Ma ho anche detto che il volo che noi abbiamo compiuto avrebbe potuto svolgersi, con la stessa regolarità, su qualsiasi altra rotta. Questa affermazione è oggi, a impresa compiuta, tanto più legittima in quanto abbiamo superato, in questo volo, difficoltà geografiche e meteorologiche di tanta diversità che non è facile riscontrare in altri percorsi; e ciò abbiamo fatto tenendo velocità medie e regolarità complessive costantemente superiori a quelle sin qui ottenute da altri.
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