Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     «Generale Giovanni Messe».
     Ai primi dell'anno, il Führer, riconoscendo i meriti del Messe, gli aveva conferito la Croce di Cavaliere della Corona di Ferro. Tale alta decorazione gli fu portata personalmente dal Comandante di Armata Generale Von Kleist. Verso la fine dell'anno, in novembre, il Messe fu promosso Generale d'Armata.
     Dopo la lettera surriportata, il Messe fu richiamato in Patria. Egli si occupò in un primo tempo di stendere una relazione sul primo anno di campagna orientale e chiese che sulla pagina del frontespizio fossero poste in autografo le parole che il Duce aveva pronunciato nel suo discorso del 2 dicembre 1942 alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni: «Bisogna riconoscere, egli disse, •che solo un esercito come quello tedesco e solo lo "Csir" italiano, divenuto oggi Armir, potevano superare la prova di un inverno che non aveva avuto l'eguale da 140 anni.»
     Il capitolo russo era oramai definitivamente chiuso per Messe e si apriva quello tunisino. A un elogio mandato dal Duce, dopo la battaglia del Mareth, così il Messe rispondeva in data 5 aprile 1943-XXI: «Duce, il Vostro alto elogio, per le prove date dalla la Armata nella battaglia del Mareth e di El Hamma, è stato portato a conoscenza delle Divisioni italiane e tedesche che lo hanno appreso con viva soddisfazione. Tutti, Comando e gregari, si uniscono a me per ringraziarvi. Padre Salza arrivando qui, mi ha ripetuto le lusinghiere parole che avete avuto per me e per la mia opera. Ve ne sono profondamente grato. Voi, Duce, conoscete per prova che per assolvere i compiti che in passato mi avete affidati io ho sempre impiegato ogni mia energia e ogni mia possibilità. Potete essere certo che ciò si è ripetuto, si ripete e si ripeterà anche in Tunisia. A questo proposito mi permetto di inviarvi una relazione riassuntiva sull'ultima battaglia. Potrete così giudicare se e come è stato finora assolto il compito destinandomi al Comando della la Armata. Altre e più dure prove ci attendono. L'Armata si è notevolmente assottigliata e mancano il tempo e, forse, anche la disposizione per reintegrarla delle gravi perdite subite. Comunque la ferma decisione di lottare sino all'estremo è in tutti. Accogliete il mio deferente e fervido ossequio. - Generale Messe.»