Dopo avere letto la missiva di Badoglio, Mussolini dettò al generale Ferone, che li scrisse di sua mano sopra un foglio di carta, i seguenti punti: «26 luglio 1943 - ore una.
«1° - Desidero ringraziare il Maresciallo d'Italia Badoglio per le attenzioni che ha voluto riservare alla mia persona.
«2° - Unica residenza di cui posso disporre è la Rocca delle Caminate dove sono disposto a trasferirmi in qualsiasi momento.
«3° - Desidero assicurare il Maresciallo Badoglio, anche in ricordo del lavoro in comune svolto in altri tempi, che da parte mia non solo non gli verranno create difficoltà di sorta, ma sarà data ogni possibile collaborazione.
«4° - Sono contento della decisione presa di continuare la guerra cogli alleati, così come l'onore e gli interessi della Patria in questo momento esigono, e faccio voti che il successo coroni il grave compito al quale il Maresciallo Badoglio si accinge per ordine e in nome di S. M. il re, del quale durante 21 anni sono stato leale servitore e tale rimango. Viva l'Italia!»
Questa è la sola e indiretta missiva mandata al Badoglio. Mussolini non ha mai mandato parola alcuna o cenno al re. Con questa risposta, che Badoglio non osò mai rendere di pubblica ragione limitandosi a farne dare nei suoi ambienti una mutilata versione orale, Mussolini mostrava di credere — in buona fede — che Badoglio, pur modificando il Governo, non avrebbe cambiato la politica generale dominata dalla guerra. Partito il generale Ferone, Mussolini si ritirò e vegliò sino alle prime ore del mattino,
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