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Durante tutta la giornata del lunedì continuò quella che potrebbe chiamarsi la commedia della "residenza privata". Più volte durante la giornata vennero a dire che la residenza della Rocca era ottima dal punto di vista della "incolumità personale" di Mussolini; che il generale dei carabinieri di Bologna vi aveva già fatto un sopraluogo e confermava che come "sicurezza" la Rocca si prestava benissimo e che si attendeva una parola definitiva per stabilire le modalità della partenza, magari in volo. Così trascorse tutta la giornata, senza altre notizie. Si disse soltanto che a Villa Torlonia tutto era calmo, ed era falso. Alla sera, il maggiore Bonitatibus preparò, sempre nella stanza del colonnello Tabellini, il letto da campo. Anche per tutta la mattinata di martedì 27 continuò la commedia della "imminente partenza" che non avveniva mai. C'era però, in giro, un'accentuata vigilanza. Alle 19 entrarono nel cortile della caserma — in fondo alla quale sul muro si leggevano a grandi lettere i famosi verbi "credere, obbedire, combattere" — un plotone di carabinieri e uno di metropolitani che si piazzarono vicino a un gruppo di autocarri. Verso le 20 giunsero alcune vetture automobili con un gruppo di ufficiali. |