Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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Da Ponza alla Maddalena al Gran Sasso

     Era l'una di notte del 7 agosto, quando il maresciallo Antichi si precipitò nella stanza di Mussolini, gridando:
     — Pericolo immediato! Bisogna partire!
     Veramente, sin dalle prime ore della notte erano state notate quasi ininterrotte segnalazioni luminose sulla collina antistante, per cui si poteva pensare che qualche cosa di nuovo fosse nell'aria.
     Mussolini raccolse le sue poche cose e, accompagnato dalla scorta armata, si diresse sulla spiaggia, dove un grosso barcone attendeva. La sagoma di una nave da guerra si stagliava in fondo verso l'entrata della rada. Mussolini salì a bordo e vi trovò nuovamente l'ammiraglio Maugeri come sulla Persefone. Discese, come al solito, nella cabina dell'ammiraglio, seguito da Meoli, Di Lorenzo e Antichi. Il bastimento era il Pantera, già francese. Verso l'alba le ancore furono levate. L'equipaggio era tutto in coperta. Quelli che non erano di guardia dormivano. Verso le otto si levò un mare molto grosso, ma il Pantera lo teneva benissimo. Ci furono anche due allarmi per passaggio di aerei nemici, ma senza conseguenze.
     Il Duce scambiò qualche parola con il comandante in seconda, un ufficiale della Spezia, dal quale apprese che Badoglio aveva sciolto il Partito.
     Solo dopo quattro ore di navigazione Mussolini seppe che meta del viaggio era La Maddalena. Di lì a poco cominciarono a profilarsi nella foschia le linee della Sardegna. Verso le ore 14 Mussolini, sbarcò e fu consegnato all'ammiraglio Bruno Brivonesi, comandante la base marittima. Questo ammiraglio — sposato a una inglese — aveva subito un procedimento per la distruzione di un intero convoglio di ben sette navi mercantili, più tre unità da guerra: convoglio importantissimo, scortato da ben dodici unità da guerra, fra cui due "diecimila", e affondato al completo da quattro incrociatori leggeri inglesi con pochi minuti di fuoco, senza subire la minima perdita. L'inchiesta — condotta dalle autorità della Marina con evidente negligenza — non portò che a sanzioni di carattere interno contro questo ammiraglio, direttamente responsabile della perdita di dieci navi e di parecchie centinaia di uomini. Gli fu tolto il comando e, dopo qualche tempo, assegnato a un comando territoriale alla Maddalena.