A Ponza, Mussolini si rese conto della miserabile congiura che lo avevano eliminato e si persuase che tutto ciò avrebbe condotto alla capitolazione e alla sua consegna al nemico.
Le giornate di Ponza erano lunghe. Nuovi ufficiali vennero: il tenente colonnello Meoli e il sottotenente Elio di Lorenzo, nonché il maresciallo Antichi. Il presidio, data anche la presenza di confinati italiani e di internati balcanici, fu rinforzato. Fu concesso a Mussolini di prendere due bagni in posizione approntata e ben vigilata. Niente giornali. Un solo telegramma di Goring, eloquente.
Mussolini trascorse le giornate di Ponza in perfetta solitudine, traducendo in tedesco le Odi barbare di Carducci e leggendo la Vita di Gesù di Giuseppe Ricciotti, che poi lasciò in dono al parroco dell'isola.
Ponza non può essere certamente paragonata a Ischia e meno ancora a Capri. Tuttavia ha una sua rusticana bellezza e, anche dal punto di vista della prigionia, una storia.
Uno che se ne intende fece sapere a Mussolini che sin dall'antichità vi erano stati relegati illustri personaggi come Agrippina, la madre di Nerone, Giulia, la figlia di Augusto, e, per compenso, una santa come Flavia Domitilla, è anche, nel 538, un papa, San Silvestro Martire. Poi, saltando a pié pari alcuni secoli, i moderni come Torrigiani, Gran Maestro della Massoneria, il generale Bencivenga, l'ing. Bordiga e finalmente — ultimo della serie e modernissimo — il Ras Imerù con un immancabile Degiac abissino!
|