Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


Pagina 76 di 192       

%


     — Vicino a Gaeta, — rispose.
     — È Gaeta la mia nuova residenza? — chiese Mussolini. — Forse dove fu relegato Mazzini? Troppo onore.
     — Non è ancora stabilito! — ribatté Polito.
     Giunti a Gaeta — deserta — un uomo si fece incontro agitando una lampadina. La vettura si fermò e un ufficiale di Marina disse:
     — Al molo Ciano!
     Ivi attendeva l'ammiraglio Maugeri che accompagnò Mussolini alla corvetta Persefone. Di lì a poco levò le ancore. Già albeggiava. Mussolini scese nella cabina insieme con gli ufficiali che lo scortavano. In vista dell'isola di Ventotene, a giorno fatto, la corvetta si fermò, l'ispettore Polito scese per vedere se l'isola fosse conveniente per ospitare Mussolini. Di lì a poco tornò e lo escluse. Nell'isola c'era un presidio germanico. La corvetta proseguì allora per l'isola di Ponza, dove, entrata nella rada, gettò le ancore alle ore 13 del giorno 28 luglio. Polito venne verso Mussolini e indicandogli una casa verdastra, semi-nascosta da grandi pescherecci in disarmo, disse: «Quello è il vostro domicilio temporaneo!» Intanto non si sa per quale fenomeno tutte le finestre e i balconi si erano gremiti di uomini e donne — armati di binoccoli — che seguivano la barca che si dirigeva verso terra. In un baleno tutta l'isola conobbe l'arrivo.
     Verso sera, alcune persone del luogo vennero a salutare Mussolini. I pescatori di Terracina gli mandarono un dono. In genere non c'era nell'atteggiamento degli isolani niente che ricordasse il "furore popolare", ma poi con l'arrivo di altri agenti la vigilanza fu rinforzata ed ogni contatto col mondo esterno precluso.