Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Talete il filosofo greco ringraziava gli dei di averlo fatto nascere uomo e non bestia; maschio e non femmina, greco e non barbaro. Mussolini ringrazia gli dei di avergli risparmiato la farsa di un assordante processo a Madison Square di Nuova York, al che avrebbe preferito di gran lunga una regolare impiccagione nella Torre di Londra, e di avergli consentito, insieme coi migliori Italiani, di vivere il quinto atto del terribile dramma che tormenta la Patria.
     

Uno dei tanti: Il Conte di Mordano

     La mattina del 25 luglio il conte Dino Grandi di Mordano si rese irreperibile. Invano fu cercato alla Camera, invano fu cercato nella sua villa — pare abbastanza sontuosa — di Frascati, anche vana fu la telefonata per rintracciarlo a Bologna presso il Resto del Carlino. Nessuno degli interpellati seppe dare qualche notizia: da Frascati si disse che era partito in auto diretto a Bologna. In realtà egli era rimasto a Roma, nascosto, nell'attesa del colpo di Stato. Anche nei giorni successivi rimase a Roma.
     Non appena conobbe la composizione del Governo Badoglio, egli scrisse una lettera al Maresciallo, per dirgli che "si trattava di un Ministero solido e che la scelta degli uomini non avrebbe potuto essere migliore".
     Dopo qualche altro giorno di inutile attesa, diventò l'avvocato Domenico Galli e filò verso la penisola iberica. Si trattenne poco in Spagna, dove trovò una ospitalità che si può chiamare singolare da parte del console di Siviglia, e non sentendosi sicuro, sotto il regime di Franco, si trasferì nel Portogallo, nelle vicinanze di Lisbona, e precisamente a Estoril.