Che cosa sia avvenuto dell'avv. Edoardo Rotigliano, già Senatore del regno e passato al Fascismo dal nazionalismo fiorentino, non è possibile sapere in questo momento: l'ultima sua manifestazione oratoria fu un discorso piuttosto frondista pronunciato al Senato nella primavera del 1943 nel quale si evocava l'atteggiamento del re dopo Caporetto.
Ora l'ex-deputato Rotigliano mandò in data 4 aprile 1925 la seguente sintomatica e, in certa guisa, quasi profetica lettera al Capo del Governo Mussolini:
«Eccellenza Presidente. Oggi alla Camera si parlava insistentemente della nomina del generale Badoglio a Capo di S. M. dell'Esercito. Mi auguro che la voce sia infondata. Ho avuto occasione di conoscere in guerra il generale Badoglio e di seguire molto da vicino la sua azione. Posso assicurarle che non ha le doti di carattere indispensabili per essere posto a capo dell'Esercito. Molti sanno che Badoglio è il maggior responsabile di Caporetto, ma pochi conoscono il contegno ignobile tenuto da lui all'indomani della disfatta, quando abbandonò senza comando, sulla sinistra dell'Isonzo, tre delle quattro divisioni del suo 27° corpo d'armata per correre a Udine e a Padova ad assicurarsi la impunità e a brigare per la sua nomina a sottocapo di Stato Maggiore. È un uomo di un'ambizione insaziabile. Se si trovasse a capo dell'Esercito sono sicuro che egli approfitterebbe della carica per tentare la scalata al Governo. Io non ho candidati da proporre, confermo, anzi, che dei generali più in vista, nessuno, secondo me, dà sufficienti garanzie di fedeltà al nostro Regime. Ma sotto questo aspetto, Badoglio sarebbe certamente il peggiore di tutti. Perdoni, Eccellenza, se ho creduto mio dovere esprimerle un convincimento che è frutto di una mia personale diretta conoscenza di avvenimenti, dei quali potrei, quando Ella lo desiderasse, darle la prova, e voglia gradire l'attestazione della mia devozione immutabile. - E. Rotigliano».
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