Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Fa una certa impressione a distanza di quasi vent'anni sentire dalle labbra del Maresciallo parlare «delle leggi dell'onore». Ed è curioso che fra i primi collaboratori del governo di Bari, sorto dalla resa a discrezione, sia stato chiamato il fallito attentatore del 1925!
     Assunta definitivamente la carica, Badoglio si occupò di problemi militari, molto dall'alto, limitandosi a impartire direttive di ordine generale. Raramente frequentava le grandi manovre annuali, per non incontrarsi con gli uomini che egli detestava, come ad esempio Cavallero. Ciò non gli impediva, in data 24 dicembre del 1926, di «formulare al Duce i più devoti e sentiti auguri» insieme col voto che «sotto l'energica direzione del Duce, l'Esercito possa raggiungere la più completa efficienza. Io affermo a V. E. che in questa grandiosa opera noi le saremo collaboratori instancabili e devotissimi. - Pietro Badoglio».
     Nell'autunno del 1928, Badoglio fu nominato Governatore della Libia, in sostituzione di De Bono, il quale aveva avviato lo sviluppo agricolo della colonia. Fu convenuto che Badoglio avrebbe conservato la carica di Capo di S. M. generale, che salvo avvenimenti imprevedibili sarebbe rimasto in Libia dal 1° gennaio 1929 al 31 dicembre 1933, che avrebbe avuto conservati gli stipendi goduti più quelli di Governatore, che Badoglio chiedeva fossero almeno uguali a quelli che aveva come ambasciatore nel Brasile.
     È in questo momento che spunta il Marchesato del Sabotino. In una lettera datata 12 settembre 1928-VI egli scriveva: «Poiché è nota la generosità di V. E. nel premiare tutti i suoi fedeli collaboratori, io mi sono permesso di rivolgermi a V. E. perché mi proponesse a S. M. il re per la concessione di un titolo nobiliare estensibile ai figli e riferentesi alla mia azione sul Sabotino. Sarei gratissimo a V. E. se mi volesse confermare quanto io ho l'onore di scriverle in questa lettera. Come ho detto ieri a voce, V. E. può contare ora e sempre sulla mia più completa e assoluta devozione. - Piero Badoglio, Maresciallo d'Italia».