Le altre influenze alle quali alludeva il Cadorna erano quelle della monarchia.
Sempre a proposito di Caporetto, sono depositati al Museo della Guerra di Milano i tre manoscritti inediti del generale Cavaciocchi, consegnati dalla figlia al Duce a mezzo del generale Segato, quindici anni fa e da rendere pubblici fra qualche tempo.
Questa battaglia prò e contro Badoglio svoltasi negli ambienti politico-militari si risolse, soprattutto per l'adesione del Duca della Vittoria, a favore di Badoglio. Il quale assumendo la carica, in una lettera datata 1° maggio 1925, occupandosi della scelta del sottocapo di Stato Maggiore, scartati Grazioli, perché "scivoloso", Vaccari perché "svanito", Ferrari perché "scaduto" di prestigio, proponeva il generale Scipioni nonostante la sua aria di farmacista. Poi così concludeva: «Quanto sopra ho detto è quello che esattamente penso. Ma con qualsiasi sottocapo di Stato maggiore farò lo stesso e V. E. avrà l'Esercito che desidera. Mi rimetto perciò completamente alle decisioni di V. E.».
Il primo problema che fu allora affrontato in una serie di sedute tenutesi al Ministero della Guerra, sotto la presidenza di Mussolini e con la presenza di Bonzani. Thaon di Revel, fu l'organizzazione dell'Aeronautica come Forza Armata autonoma.
Dopo il fallito attentato Zamboni, su carta intestata, in data 7 novembre 1925, Badoglio mandava al Duce la seguente lettera: «Eccellenza, quale capo di S. M. generale e collaboratore fedele del Governo nazionale, di fronte alla conferma che l'ex-deputato Zamboni nel momento del suo criminoso tentativo indossava la divisa di maggiore degli Alpini, sento il dovere di protestare indignato in nome di quanti indossano l'uniforme di soldato d'Italia contro l'atto esecrando di chi, dimentico delle leggi dell'onore, cercò coi segni delle benemerenze del passato di rendere possibile la perpetrazione del più vile e odioso dei misfatti. Dio ha protetto V. E. e l'Italia! Nel palpito della Nazione che in questi giorni vibrante di commozione e di esultanza le si è serrata affettuosamente d'intorno, V. E. avrà certo riconosciuto e sentito vicino il cuore di quanti portiamo le armi al servizio della Patria, e, nel nome augusto del re, le siamo ossequientissimi e devoti. - Suo dev.mo Badoglio».
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