Alla memoria di Italico Sandro
questo libro di fede è consacrato dal
dolore e dalla speranza de' suoi Cari.
Arnaldo Mussolini
Pasqua del 1931-IX
Sandrino, figlio nostro adorato
Il babbo scrive a te. Vedo, nell'ombra e nel silenzio, un tuo moto impercettibile di contrarietà. Anche oltre la vita terrena, vorresti serbare intorno a te il silenzio, vorresti tener lontano il tuo nome dal chiasso della notorietà; forse ancora prediligi la tua solitudine raccolta e non desideri che molti sappiano della tua vita e della tua opera modesta, ma pur tanto grande di nobiltà e di fede.
Io vinco la tua fierezza e voglio parlare della tua vita tanto breve e pur luminosa. Non mi sospinge la mia dolente vanità paterna, così crudelmente percossa, né il mio orgoglio colpito, distrutto e disperso, ma soltanto la coscienza di un più alto dovere. Sento che da tanto dolore può e deve nascere un grande bene; sento che quella che è la mia chiusa sofferenza paterna può divenire fonte di un vasto dono di bontà. Devo segnalarti come esempio, devo fare di te un modello di probità fiera, di ardimento freddo; devo far conoscere il tuo animo di idealista, di mistico, di studioso, a tutti i giovani della tua terra.
Tu hai saputo accogliere in te e conciliare in più serena armonia, nella nostra casa ora deserta, i poli opposti delle nostre anime complesse. Tu hai interpretato in silenzio le nostre vicende politiche e hai cercato, nel limite delle tue possibilità, delle tue segnalazioni, di ridurre le asprezze; hai illuminato, di una bontà sempre vigile e sempre uguale, le opere di ogni giorno.
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