Arnaldo Mussolini
Vita di Sandro


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     La visita che ti fece il professore fu minuziosa. Egli procedeva con metodo; osservava tutto, con attenzione impassibile. I polmoni risultavano sani, la circolazione del sangue perfetta... Ma ad un tratto, la milza ingrossata suscitò nel medico un sussulto inquietante. La visita si fece più intensa, quasi febbrile: una rapida analisi del sangue, alcuni conteggi, il rannuvolarsi del dottore, mi diedero subito l'impressione che qualche cosa di grave stava per giudicarsi. Poi, nella stessa clinica, con una scusa qualsiasi, tu fosti pietosamente allontanato. Lo scienziato, rimasto solo con me, mi chiese se io ero un uomo forte e, dopo la mia risposta affermativa, pronunziò, come era suo doloroso dovere, la condanna inesorabile. La rivelazione spietata si abbatté improvvisa su di me, per risuonare poi tragicamente, per due anni, in mille alternative di speranze e di dubbi.
     Si trattava di una malattia molto grave; un genere di leucemia che non accorda che pochi mesi di vita... Come posso ridire lo schianto della mia anima? E quale somma di angoscia disperata piombò nel mio spirito? Mi sentivo gli occhi gonfi, sotto un bisogno prepotente di pianto; nell'automobile chiusa bevvi in silenzio le prime dolorosissime lacrime.
     E ti parlai, con una certa disinvoltura, della necessità del riposo; ti dissi che si trattava di una forma di anemia grave, che esigeva una cura severa di raggi Rontgen, un'alimentazione e una distrazione notevole. Era necessario sospendere la scuola; rinunciare al terzo anno di liceo, troppo pesante per le tue condizioni. Quest'ultima raccomandazione, che riguardava la tua scuola, fu certamente per te la più dolorosa, e ti diede la prima profonda inquietudine. Tu dicevi: «Ma come è possibile lasciare il terzo anno di liceo, abbandonare gli studi, proprio quando si è vicini alla meta? Restare ultimo quando si hanno tutti gli attributi per figurare tra i primi?». Risposi che la sospensione della scuola doveva essere temporanea: al rifiorire delle tue forze avresti ripreso le lezioni, la vita in comune con i tuoi compagni, la lettura dei tuoi libri prediletti e gli studi severi per l'esame di maturità classica. Questo bastò per rasserenarti.