a cura di Federico Adamoli

1930 - 1955 - 1968 - 1969 - 1970 - 1971 - 1973 - 1974-76 - 1978 - 1980
1981 - 1993 - 2004 - 2005 - 2008-10 - 2012 - 2013-16 - 2017 - 2018

Interni della casa


Foto Storia del Villino Adamoli di Silvi Marina
[27 giugno 2024]

     L'edificio presente nella zona a nord di Silvi Marina (storicamente nota con il nome di "Tarante Vicchie"), facente parte della nutrita schiera degli antichi villini utilizzati nel passato (come anche in larga parte nel presente) per la villeggiatura estiva, ed identificato con il tipico nome vezzeggiativo di "villino Adamoli", rappresenta una parte molto importante nella storia della nostra famiglia; in essa si sono succedute le varie generazioni degli Adamoli teramani. Per chi ha voglia di conoscere qualche notizia storica al riguardo, presento brevemente in una pagina a parte l'origine del rapporto della famiglia Adamoli con Silvi, che risale al 1891: Un doveroso preambolo....
     Come gran parte delle costruzioni realizzate nel primo Novecento, a livello costruttivo il fabbricato si presenta con esterni in mattoncini ed alcuni elementi decorativi che ne valorizzano l'estetica. Nel paese abbondano questo tipo di costruzioni, soprattutto nella zona più vecchia di Silvi Marina. Alcune di esse sono ben conservate, altre meno, e non mancano purtroppo le demolizioni che cancellano alcuni degli scorci più antichi del paese. (Nota)
     Nel realizzare questa pagina ho esaminato il ricchissimo archivio fotografico di famiglia (oltre un migliaio di fotografie) con lo scopo di raccogliere tutti gli scatti che hanno riguardato il villino, con i personaggi che nel tempo sono stati immortalati nelle fotografie, a partire dagli anni trenta del Novecento e fino ai giorni nostri. Si tratta quasi esclusivamente degli esterni del fabbricato, dato che non esistono fotografie degli interni, se non a partire dagli ultimi decenni.
     Per quanto possibile ho cercato di indicare i nomi delle persone, e di descrivere le caratteristiche ed i cambiamenti che si sono registrati nel tempo, che riguardano essenzialmente il perimetro esterno e la vegetazione che nel tempo ha accompagnato l'edificio. Ho cercato di descrivere anche i paraggi, sforzandomi anche di ipotizzare una datazione che non conosco.


     Questa è la foto più antica della casa. Non so stabilirne esattamente la datazione, ma dovrebbe aggirarsi intorno agli anni trenta. La fotografia è conservata presso la Biblioteca "Melchiorre Delfico" di Teramo. L'osservazione che si tratta della foto più antica è legata alla mancanza della recinzione, che si ritrova invece in tutte le immagini successive. Dal portone semiaperto si scorge una figura femminile, così come dal balcone del lato est si scorge un'altra figura affacciata, che rivolge lo sguardo al fotografo, come il gruppo di persone presenti in strada. Sulla destra si può notare casa D'Antoni, in quel tempo ad un solo piano e privo anch'esso di recinzione. Sul viale si notano le file degli alberi: potrebbero essere i pini, che vennero piantumati all'inizio degli anni, quando Umberto Adamoli era podestà di Silvi? Osservando bene le foglie degli alberi in primo piano sembrerebbe di no....


     In questa cartolina in cui viene immortalata Via Garibaldi si può notare che nella casa è stata aggiunta la recinzione: un muretto di circa un metro sovrastato da un bel cancello, e con la presenza ai lati di colonnine. La datazione è quindi da ritenersi successiva alla precedente. Casa D'Antoni ha sempre un solo piano ed è priva di recinzione. Rispetto alla fotografia precedente, nella quale gli alberi si presentano rigogliosi, gli stessi invece sembrano avere una iniziale fioritura stagionale, il che escluderebbe che si tratti dei pini sempreverdi. (gli abiti delle persone immortalate sembrano essere primaverili).


     In questa cartolina, scattata dal tratto di spiaggia occupato oggi dall'Abruzzo Marina Hotel, si notano la recinzione e quelli che sembrano essere dei tronchi alquanto spogli. Sulla sinistra si scorge un'automobile, davanti alla casa un carretto trainato da un cavallo. Sulla destra si nota la porzione dell'edificio dietro casa D'Antoni, ancora ad un solo piano, mentre la restante porzione è a due piani. Da notare che le porte del livello più basso di questo fabbricato si presentano molto più alte di quelle odierne, al che si deduce che il terreno, nel corso del tempo, ha accumulato nel tempo un sollevamento a causa di stratificazioni successive.


     Rispetto alla cartolina precedente, questa fotografia ritrae la casa più ravvicinata, ed il lato est è ampiamente ricoperto dalla rigogliosa vegetazione. Credo proprio che non si tratti dei pini, che non sono presenti neppure all'interno della casa; ritengo infatti che questi ultimi vennero piantumati contestualmente, sia all'interno che all'esterno della casa.


     Questa è la prima fotografia che ritrae il lato ovest della casa: anche qui si può notare il muretto di recinzione della casa, che successivamente sarà sovrastato dal cancello. Il giardino sembra essere assolutamente spoglio di vegetazione e non è ancora presente il pino.


     Questa fotografia immortala un personaggio non identificato, probabilmente un familiare, davanti la casa, ed in primo piano si vede distintamente il muretto con il nuovo cancello. Anche qui all'interno del cortile non c'è ancora traccia dei due pini. Dai racconti della zia Fernanda, questo cancello durante la guerra venne asportato dagli occupanti tedeschi; lo stesso, sempre secondo la zia Fernanda, fu ricollocato in una abitazione presente sulla strada statale. Non so però se si trattasse effettivamente dello stesso cancello, oppure di uno simile, dato che lo stesso dovrebbe essere stato asportato per fini bellici, allo scopo di riutilizzare il ferro.




     Queste sono le prime due fotografie scattata all'interno del giardino, intorno alla vasca. Il gruppo di 10 persone (4 uomini e 6 donne) è abbigliato in costumi contadineschi: sul retro della seconda fotografia è scritto a matita "Famiglia Rizzacasa" ed è vergato a penna dalla zia Fernanda, che ha scritto "Mario e Corrado Cameli". I personaggi maschili sembrano essere, oltre ai due fratelli Cameli, Umberto Adamoli e mio padre Giovanni, che sembra avere circa 15 anni. Quindi posso datare la fotografia intorno al 1929-1930. Nella prima di queste due fotografie, si scorge il fabbricato esistente sino all'inizio degli anni '70, dove c'era la pescheria.


     Mio padre Giovanni, che all'incirca sembra avere la stessa età della foto del gruppo di persone in costume.


     Umberto Adamoli seduto sulla vasca del giardino insieme a tre donne, verosimilmente appartenenti alla famiglia Rizzacasa o Cameli.


     Tutte le fotografie sinora presentate non hanno una datazione e possono essere collocate intorno agli anni trenta, tranne la prima che dovrebbe essere anteriore. Le fotografie successive, anch'esse senza una datazione, sono invece collocabili intorno alla metà degli anni cinquanta.




     Fotografie della casa scattate dalla ferrovia, credo in successione, nello stesso momento. Nella seconda per la prima volta viene immortalato il lato nord della casa. Due delle tre finestre non hanno persiane.


     Visuale ravvicinata della casa da via Garibaldi. La presenza della Fiat 600, prima serie, colloca la datazione intorno al 1955, quindi non prima. Si nota il muretto che non ha più il cancello, e la presenza delle fioriere (di questa serie di fioriere ne rimangono tre). In questa fotografia per la prima volta è visibile uno dei tre pini della casa; il primo dei tre a sparire è stato quello presente in giardino, che alla fine degli anni '70 si ammalò e venne tagliato.








     Serie di quattro scatti a colori della casa, realizzati dalla zona oggi Abruzzo Marina Hotel. Forse provengono dallo stesso rullino, anche se i tempi non sono ravvicinati perché in un paio di fotografie compare il cartello "Albergo Ristorante Lido"



Umberto Adamoli con la nipote Fernanda


     Scritto da Fernanda: "Zio Umberto con la figlia di Ettore e Annina, che vivevano vicino alla villa di Teramo"

     Come sottolineato, tutte le fotografie presentate sino ad ora hanno una datazione presunta, ricavata in base a diversi indizi che ne consentono una collocazione temporale approssimativa, quindi con un margine di errore. Terminate le immagini degli anni '50 si compie un salto di circa dieci anni. Umberto Adamoli scompare nel 1962 ed il fabbricato viene ereditato da Giovanni, Italia, Concetta e Fernanda. La stragrande maggioranza delle fotografie che seguiranno, peraltro molto numerose, riguarda principalmente la famiglia di Giovanni, che si è sposato nel 1961 ed ha quattro figli. Qui di seguito mostro solamente quelle fotografie dalle quali emergono dei cambiamenti, mentre per la raccolta completa di ciascun anno ho preparato delle pagine separate.



Fernanda, Maria Rastelli, Gelasio, Umberto e Annunziata

     1969. Il portone, nel lato est, che compare alle spalle del gruppo rappresenta l'ingresso dei locali del piano terra adibito a negozio fino alla fine degli anni '60. I locali vengono poi trasformati in appartamento, con ingresso al lato nord, mentre il portone viene sostituito da una finestra.



Maria con in braccio Gelasio, Fernanda, Annunziata e Umberto





Annunziata

1969. Le ultime immagini del muretto sovrastato dalle fioriere, che a breve verranno sostituite da un nuovo cancello.





Annunziata, Gelasio e le tre zie: Concetta, Fernanda e Italia

Estate 1970, le prime immagini del nuovo cancello, ancora da verniciare di bianco.



Alfredino Mastrangelo, Marcella D'Antoni, Brigitte, Danila Pizzuto,
Umberto, Federico, Monica D'Antoni, Gelasio, Annunziata

1973 circa, alle spalle del gruppo di bambini si scorge il nuovo fabbricato costruito, dove prima esisteva la pescheria.

    



1978, la vasca del giardino torna a zampillare dopo quasi cinquant'anni, ma per breve tempo!

    



1981 circa, una delle rare foto invernali: Maria, Giovanni, Annunziata




     Grosso modo nel 1981 termina l'era delle fotografie.... tranne un singolo scatto del 1993 bisogna attendere circa 22 anni, con l'avvento delle macchine fotografiche digitali, per ritrovare nuovi scatti. Un ventennio che fa registrare profondi cambiamenti anche nella vita della nostra famiglia, tra lutti e nuovi percorsi di vita.



1993. Federico seduto in cortile intento a fumare.

    




     Nuovo millennio. Luglio 2004. Le prime immagini della casa, dopo la bellezza di 21 anni! Nulla sembra essere cambiato. Gli interventi più significativi fatti sul fabbricato, sostenuti dalla zia Fernanda, sono la pulizia del mattone (su tre lati della casa, tranne il lato est) ed il rifacimento della pavimentazione esterna (anche questa su tre lati, tranne il lato est).








     Luglio 2004. Ritroviamo una vegetazione decisamente più rigogliosa, con la presenza di numerosi oleandri, ed un giardino decisamente straripante. Il verde della casa è gestito dal settembre 1990 da Domenico Mariani e Santa Pelusi, che abitano in affitto l'appartamento del piano terra, lato ovest, nel quale rimangono fino al marzo 2013. Si nota nel cortile la pavimentazione, sostituita negli anni novanta.



Santarella Pelusi (moglie di Domenico Mariani), Annunziata e Fernanda


    



Domenico Mariani

    




     19 settembre 1012. Un'immagine decisamente insolita, con il passaggio per il paese di un nutrito gregge di pecore.





L'ultima potatura dei pini, i quali entro pochi anni saranno destinati a sparire

    




     Aprile 2013. Sono iniziati i lavori per la realizzazione di un parcheggio interno, realizzato interamente da Annunziata, che restituiranno un'immagine del giardino molto diversa, più sobria, curata e funzionale.


     Nell'epoca di Internet troviamo naturalmente anche immagini di Google Street View, datate ottobre 2015: qui si apprezzano molto chiaramente i lavori in corso per la realizzazione del parcheggio interno.





2016-2017: le immagini di Street View evidenziano il nuovo look del giardino.

    













     Giunge un altro momento storico, e molto doloroso per la casa di famiglia: il taglio dei pini, che hanno quasi 90 anni. Questi del 27 settembre 2017 sono gli ultimi scatti di due dei tre pini rimanenti, dato che il primo venne eliminato verso la fine degli anni '70 perché malato. I pini, anche se appaiono ancora in buona salute, sono cresciuti a dismisura, provocando danni non indifferenti alla pavimentazione interna ed alla recinzione. Da qualche anno, in tutto il paese, si registrano rovinose cadute di alberi, soprattutto in occasione di eventi atmosferici, con numerosi pini che improvvisamente crollano a terra. La progressiva eliminazione di questi alberi, ormai quasi secolari, provoca nel paese accese polemiche, ed anche in famiglia si discute animatamente sul destino di questi due bellissimi pini. Non mancano le pressioni esterne, di chi ci sollecita ad eliminare questi due alberi, per il pericolo di crolli improvvisi. In occasione di una forte nevicata, qualche anno prima, un grosso ramo è caduto sopra una macchina, provocando un danno importante alla vettura. Dopo un lungo tira e molla, si giunge ad un accordo per eliminare i pini. Una scelta dolorosa, ma necessaria.





















28 settembre 2017: i lavori per il taglio dei pini.

    





Le prime immagini della casa senza i due pini.

    




     Per concludere questa foto-storia della nostra casa di Silvi Marina, voglio presentare due opere raffiguranti la stessa. La prima è della pittrice abruzzese Lydia Pico, che realizzò un quadro appositamente per la zia Fernanda; la seconda è un disegno realizzato da Antonio Di Giovanni, e fa parte di una nutrita collezione di disegni di antichi villini, ville e palazzi signorili di Silvi, conservati ed esposti presso la sede del Comune di Silvi.

    (a cura di Federico Adamoli)


(Nota) Nei primi mesi del 2024 si registra la demolizione di un edificio posto a qualche centinaio di metri di distanza dal nostro, dalle caratteristiche costruttive molto simili. Da tempo disabitato e con evidenti i segni del tempo, è stato messo in vendita da qualche anno, ed infine è stato demolito per fare spazio ad un nuovo edificio. Stessa sorte venne riservata una decina di anni fa ad un piccolo fabbricato di un solo piano situato nei paraggi, anch'esso in mattoncini. Sempre nelle immediate vicinanze esiste un altro fabbricato simile al nostro, ormai quasi diroccato, ed ora messo in vendita. Subirà la stessa fine?

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