Nel dialetto teramano, la parola truffolo equivale a fiasco in terracotta. Nei tempi passati i signori Marozzi di Teramo, quotidianamente erano tormentati da molti poverelli, che abusando di loro eccessiva bontà, si portavano in loro casa a chiedere qualche elemosina. Fra questi eravi un tale che con un trutolo vi andava incessantemente più che ogni altri a chiedere, ora olio, ora aceto, ora vino. Un bel mattino, un antenato, un tal donn'Angelo, sia che gli fosse saltata la mosca al naso, o che da quell'uomo fosse troppo spesso seccato, diede un colpo al truffolo, che ruzzolò giù per le scale; e siccome ruzzolando faceva un suono, come tiritrup... tiritrop, irato com'era, Donn'Angelo si volse al questuante indiscreto: "Odi cosa dice il tuo truffolo? Il troppo è troppo".
Da quell'epoca, tutte le volte che qualcuno ne dice delle grosse senza stancarsi gli si risponde: "Il truffolo di Marozzi...".
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