3.3 Critiche al modello
Accanto al suo valore predittivo, il modello di Abernathy ed Utterback ha anche un rilevante valore descrittivo-interpretativo dello stato dell’arte dei processi innovativi nelle grandi concentrazioni industriali che costituiscono il fulcro dei sistemi economici occidentali a cavallo fra gli anni ’60 e ’70 (innovazione incrementale di processo come fattore dominante che dà contributi maggiori al crescere della produttività).
D’altre parte proprio questa specificità del fuoco dell’analisi di Abernathy ed Utterback (che ne costituisce uno dei principali pregi), ne limita la validità a quel modello dominante. Le conclusioni alle quali gli Autori pervengono ancora nel 1982 non tengono conto, infatti, degli elementi di crisi che nel frattempo sono intervenuti in quel modello.
In particolare non viene messo in luce che:
- lo stadio specific tende a riprodurre uno stadio fluid (proprio per ovviare agli inconvenienti che in esso si incontrano quando bisogna confrontarsi con un alto ritmo di cambiamento e turbolenza ambientale) ed a combinare così efficienza ed efficacia.
- le economie di scala ( e quindi la concentrazione) vengono rimesse in discussione come portatrici di efficienza; ci si orienta invece verso le cosiddette economie di opportunità (e quindi verso forme di esternalizzazione-deconcentrazione) che bilanciano stabilità e flessibilità.
- le strategie delle imprese tendono a perseguire contemporaneamente (contemperandoli) sia obiettivi di “cost minimizing” che di performance maximizing”.
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