Quindi i sistemi regionali di piccole e medie imprese devono poter accedere alle conoscenze astratte.
Per la creazione di più innovazione è indispensabile che si realizzi una maggiore interazione tra produzione e ricerca scientifica.
La creazione di questo dialogo non è cosa facile. Infatti i due settori in questione tendono a rispondere a logiche diverse. Il mondo scientifico è più interessato allo ricerca finalizzata alla divulgazione, mentre l’impresa, realizzata l’innovazione, tende a proteggerne gli impieghi. Inoltre la produzione esige tempi più brevi e definiti.
Per rendere possibile questa integrazione è necessario che da una parte si realizzi un cambiamento della cultura imprenditoriale e dall’altra che i soggetti pubblici intervengano con opportune politiche.
Molte imprese infatti percepiscono ancora lo sviluppo delle innovazioni come il solo frutto di informazioni specifiche e concrete e di esperienze relative a particolari tecnologie o mercati. Inoltre esse sono molto spesso restie a orientarsi verso attività che alimentino e rinnovino le loro routine produttive ed organizzative.
Per quanto riguarda il ruolo delle politiche pubbliche queste dovrebbero creare le condizioni per una maggiore efficacia dell’operato dei soggetti intermediari, cosiddetti “portieri tecnologici”. Questi, stringendo rapporti sia con il tessuto produttivo locale sia con enti e istituzioni varie, hanno il compito di consentire alle imprese, piccole e medie soprattutto, di accedere alle reti di rapporti che generano e sviluppano il sapere generale
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