Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO xra. 251
tore, alcuna notìzia, nè donde ne fosse preso il motivo da' giudici delegati. Ma il pontefice per 1* antecedente esempio chiarito, con quale prontezza si fossero indotti gli anconitani, congiuntamente al legato, a vessare sì calunniosamente la sua persona, onorollo di nuovo inusitato salvocondotto, concedendogli libera facoltà, nulla ostanti i pretessuti eccessi di ribellione, e le pronunziale sentenze, di andare a Roma, e quivi stare, e dimorarvi, ed a sua voglia partirne, e recarsi dove più tossegli a grado, per lo spazio di quattro mesi, colla comitiva di dieci familiari a cavallo e a piedi; onore, soggiunge, sì rimarchevole, che per sè solo basterebbe ad eternare di questo cavaliere la gloria.
Altri ancora onori volle il pontefice compartirgli. Ricuperata Perugia per la morte di Braccio nel i424 nominò il cavaliere Ferretti alla podesterìa di quella città pel i425. Aveva egli già prima rette con somma lode le podesterie di Firenze e di Bologna. E finalmente nel fu elevato all'alto grado di se-Datore di Roma, dignità in altri tempi sostenuta da capi coronati; ed in quel secolo ambita da'più ragguardevoli personaggi dell'ecclesiastico stato. Mi si perdoni questa forse troppa lunga digressione: dalla quale però non potei astenermi, e perchè penso, che le lodi de' cittadini tornino alla gloria della patria comune, e per tramandare a'posteri un utile esempio, onde apprendano, come la invidia, non che nulla adombrare il vero merito, gli accresce anzi onore e lustro.
Ritorno al i4ig« donde aveva disgredito. Prima che il Condulmaro venisse alla sua legazione, narrano Landò Ferretti e il Saracini, che uno scorrimento fecero con gente armata sul territorio d'Ancona Agamennone di Jacopo da Jesi, e Nicolò Picinino da Perugia, capitani del Fortebràccio, rubando secondo il costume, e facendo prigioni. Si fermarono in Bom-piano, e tutto vi misero a sacco. Pretessevano, che
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