Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XIV.
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trarre dalla provincia alcuna quantità di frumento, pena il pagamento di venticinque ducati per ogni salma, e la perdita del frumento e degli animali. E proseguiamo.
Spossati dalle perpetue loro guerre i principi italiani, sentivano oggimai il bisogno e il desiderio della pace. Un lacrimabile avvenimento colpiva allora di terrore tutta la cristianità , e questo desiderio faceva generale, ed a' rimproveri di tutta Europa esponeva chi vi si opponesse. Il 2Q maggio 1453 Costantinopoli era stata espugnata da M aometto li. Costantino Paleologo, ultimo imperatore d' Oriente, eravi stato trucidato con quaranta mila cristiani. Un numero grandissimo d' italiani, che mercatavano ed abitavano in queir antica capitale, aveanvi nel saccheggio perdute tutte le loro proprietà, e caduti erano in ischiavitù. Quanto commercio gli anconitani vi esercitassero, lo vedemmo altre volte, e per la loro industria e pe' privilegii che vi godevano. Ed essi tutto perdettero in quella calamità. Si narra da' nostri scrittori un fortunato caso d' un mercatante anconitano. Era questi Angelo de* Boldoni, che come consolo dell' anconitano comune vi aveva allora il suo risedio. Presagli la sua nave, saccheggiatagli la casa, spogliatogli il fondaco, egli e tutti della sua famiglia furono posti in catene e fatti schiavi. Aveva egli in altri tempi fatto conoscenza con Amuratte, figliuolo di Maometto, assai giovane di età, e se lo aveva gratificato. Essendo Angelo colla sua nave in Gallipoli, il giovinetto turco, curioso siccome è proprio di quella età, bramò di vedere tutto 1* interno di quella nave, che bella e grande, molto gradevole appariscenza aveva al di fuori. Vi fu onorevolmente accolto e carezzato. E molto lodandone la eleganza, la nettezza, la copia delle armi e delle altre cose tutte occorrevoli sì alla guerra e sì alla navigazione, il capitano gliela offerse in dono. Lo che riferitosi al padre, questi e
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