Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIper far risolvere esso Imperatore ad accordar loro una stabile e sicura stanza. Ottenuta tale risoluzione dal ben disposto animo di questo Monarca, per una scrittura in carta fu dichiarato con pubblico atto che l'Augusto Carlo donava liberamente alla Religione dell' Ordine Militare di san Giovanni l'Isola di Malta con Cornino e Gozzo; e prescriveva che per siffatto dono i cavalieri di quella Religione dovevano obbligarsi , in annuo tributo, a mandar un uccello falcone o sparviero al Viceré di Sicilia, avendo obbligo di prendere nuova investitura con giuramento di non tollerare mai che si facesse alcun danno ai Regni ed agli Stati del Re della Sicilia. £ perciò scaccerebbero chiunque vassallo siciliano si fosse renduto colpevole di delitto capitale ; ed anche manderebbero al Viceré summentovato i riconosciuti rei di lesa maestà, o incolpati di eresia. Inoltre era dichiarato che il Vescovato di Malta rimaner dovesse in ius-patronato alla Maestà Cesarea ed ai futuri Sovrani di Sicilia; nominando però il sacro militar-ordine tre Religiosi suoi in ogni caso di vacanza, de' quali almeno uno fosse scelto dai vassalli di Sua Maestà ; che il più idoneo eleggerebbe e darebbegli la gran Croce con titolo, voto, preminenza e luogo tra'Bailivi. Per ultimo che l'ammiraglio di essi Cavalieri, o chi di loro avesse a sostener il grado dell' ammiragliato , avesse ad essere persona non sospetta alla Maestà Sua ed ai regnanti in avvenire, di oicilia. Stabilite essendo queste condizioni , colla scrittura anzidetta, restava a fissarsi dall'Imperatore il giorno di sottoscriverla ; e i due prenominati Cavalieri, che quali mandatari della Religione Gerosolimitana s'erano adoperati e furono, presenti all'atto della donazione, non mancarono tosto di avvertire il Gran-Maestro, affinchè da lui fosse convocato a Viterbo il generale Capitolo o Consiglio per accettare ordinatamente quell'atto ed approvare le ingiunte condizioni; avvisando di quanto, favore era stato al buon esito delle cose loro il Sommo Pontefice, ch'era dispostissimo a confermare con sua Bolla la imperiale sanzionata investitura.
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