Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 3iicome scrittore e come amico, sinché del i583 venne creato Cardinale, se non forse infino a che il Por»
r»rato insigne passò a miglior vita nel i586. Allora erudito bolognese ritirossi a condizione privata nel suo podere di Villa Scómica, ed applicò alle cose italiane filologiche, rivedendo le bucce a Ser Lio-pardo Salviati che ne' suoi lavori intorno al Deca» mexooe dell' esimio Boccaccio, spesse volte (a parer suo ) lo sconciava volendolo illustrare, e ne deduceva, avvertimenti erronei di lingua. La quale ori-tica al Salviati estese il nostro Papazzoni in un libro intitolato: Ampliaeione della Lingua Volgare, fondata da Vitale Papaxxoni, parte in ragions e parte iti autorità (Venezia per Paolo Mejetti 1587)1. Questo titolo di libro mostra chiaramente come Vitale non fosse una pecora di Dante, ma uomo che pensava colla propria mente e non sempre coll'al-£rui, e che conosceva questo vero: l'autorità esser grande, la ragione grandissima.—r Anche ad Orlando Mescetti fece levar le berze colla scutica, perchè si armò d'aQUta penna in difesa del Salviati. Ma dopa il i5&7 non è più notizia del Papazzoni eruditissi* mPi onde noi teniamo che morisse nel suo podere, da. cui giammai non di parti vasi, ma dove per altre non fu rinvenuto documento ohe attestasse del fina di lui, il quale era nato, seoando tntte le probabilità .sul i53o. —Di Vitale abbiamo rime assai spontanee e di buon conio nelle raccolte fatte in Morte d'Irene da Spilimberto (i56i) in lode di donna Lucrezia Gonzaga, Marchesana (i565) e per la vittoria contro a'Turchi di D.Giovanni d'Austria (1^71)^ L'anno appresso vennero in luoe le sue poesie, parte amorose parta filosofiche, dove si trovano più di du* geotq sonetti, sparsi d'un sapore agretto ma non di satina.-**E tanto basti di quest'illustre, che i suoi con temporanei mal conobbero, anzi forse non conobbero menomamente, perchè visse dalla giovinezza £00 all'estrema virilità lontano troppo dalla patria) sicché di lui per distanza di luogo e di tempo s'affie* 'Voli, poi si disperse affatto la memoria.
Annal. Boi. T. VII. 38
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