Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      ANNALIun gonfiamento repentino, che nomasi gavàociolo,
      0 si mostraron per lo corpo livide o nere macchie, quando larghe e rade, quando ristrette e spessissimo. Il morbo allora superava ed annientava gli argomenti dell'arte; e quasi tutti gì'infetti in capo a tre dì si morivano. I paesi invasi dalla pestilenza vennero percossi d'alto ed estremo terrore, perchè
      1 contagi metton paura; ma se rapidi e furiosi spaventano. Non solo la vicinanza e l'alito d'un infermo , ma il tocco di ciò che fu suo, di ciò che da lui venne tocco, appiccava il morbo di subito. Fuvvi chi cadde morto, toccando una veste, un drappo , un mantello ritrovato per le vìa. Allora 1? viltà, l'egoismo,1 la vinsero appieno sull'amore, sull'umanità. I cittadini si schivavano a vicenda, il vicino abbandonava il vicino; e gli stessi congiunti , se pur facevansi visita , squadra vansi fra loro sospettosi, e tenevansi in distanza reciprocamente. Videsi talora il fratello abbandonare il fratello, lo zio il nipote, la moglie il marito, e talor persino padri e madri rifuggire alla vista de' figliuoli fatti preda del morbo. E quali speranze adunque, quali speranze ai meschini straziati dalla peste, se nou nell'eroico e raro coraggio d'alcun amico dell'umanità , d' alcun medico pietoso , reso superiore ad ogni assalto della paura? O nell'ingordigia, d'alcun servo, che per promessa di danaro e per brama di bottino facevasi animo ad affrontare il fiero morbo ? — Quest' isolamento, ed il terrore che aveva invasi tutti gli spiriti, posero in non cale la severità degli antichi costumi, e le pietose usanze onde i vivi suffragavano di qualche modo alle animo dei trapassati. Non solo gl'infelici agonizzanti morirou senza il conforto de' parenti e degli amici, ma non appena i sintomi del morbo comparivano, ed ei si trovavano abbandonati da tutti, e come torme di perigliose belve sfuggiti. Non più. congiunti, non più amici accompagnavano la spoglia alla quiete del sepolcro: un sacerdote, e due becchini soltanto recavano i cadaveri al campo santo, o ad una chiesa


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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 522

   

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