Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
268 storia di genovaiai3-ii*3 nascosto , lasciando però in sua vece un Guglielmo di Corrignano con quel manipolo di arrischiati. Ma questo Guglielmo non avea gran petto: o gli paresse di non poter più a lungo resistere, o avesse anch' egli le sue faccende , di fi a poco parti vasi : tristo esempio che alcuni altri di coloro che s' e-rano mossi per ajutare a quella guerra, imitavano con non piccolo pericolo degli assediati.
Ciò nonpertanto, i Vintimigliesi non si sconfortavano : ostinavansi anzi più e più nella ribellione, e usavano ogni forza come ogni diligenza per difendersi. Convien dire che avessero assaggiato il governo della Repubblica assai duro. Stretti più da vicino neir assedio, deliberarono un bel dì di sortire per allargarlo se potevano. Fatto schiera dei più ardimentosi, usarono di fatti, e piombarono con tal vigore sugli assedianti che gli respinsero ben in là, e molti ne ammazzarono ; del che il Podestà ebbe tanto sdegno che ordinato gli conducessero i prigionieri i quali gemevano nelle carceri di Genova, minacciò di far trarre gli occhi a tutti se nel volgere di otto giorni la città non si arrendeva. L'orribile minaccia commosse i cittadini, molti dei quali erano congiunti con quei miseri per vincoli di amicizia e di parentela. D'altra parte, non volevano darsi a niun patto : per la qual cosa, risolvevano d' aver ricorso all' astuzia, arma del debole cui bisogna pure compatire quando fa argine alla prepotenza di quello che debole non è. Fin-gevansi pentiti della lunga ostinazione ; mandavano
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