Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
208 STORIA
.la concordia. Si aggiungevano alla voce del Pontefice i conforti del Petrarca, il quale, non scoraggito dal poco esito ottenuto da una sua lunga lettera diretta sul principio della guerra ad Andrea Dandolo doge di Venezia, per insinuargli pensieri di pace e di carità verso la patria comune, si volgeva ora col medesimo fervore al doge e al consiglio degli anziani di Genova. Dopo avere rammentato il florido stato goduto dalla repubblica avanti le discordie cittadine e la guerra presente, li supplicava a nome dell'Italia, della religione, dell'interesse reciproco, a cessare da una guerra disutile a tutti fuorché allo straniero. Ma le passioni e gli odii suscitati una volta non si comprimono cosi facilmente, e gli uomini ai consigli della ragione preferirono sempre un' esperienza di lagrime e di sangue. Così anche questa volta gli sforzi del Pontefice e del Petrarca tornarono vani, e i due popoli si apparecchiavano più ostinatamente l'uno a vendicare la sconfitta sofferta, l'altro ad umiliare la repubblica rivale con nuovi trionfi.
I preparativi furono grandi da amendue le parti. Gli Aragonesi, forti di trentacinque galere comandate da Bernardino Cabrera e di tre grosse cocche munite di castelli, essendosi avviati (1353) alla volta della Sardegna, scopo della lega contratta, e che invano da tanto tempo cercavano di assoggettare completamente, furono ivi raggiunti ben presto da una squadra veneziana di quarantacinque vele sotto gli ordini di Nicolò Pisani, a cui il saggio senato, avendo più riguardo al valore che alla sfortuna di lui, aveva conservato il comando. Quantunque il governo di Genova avesse procacciato di ragunare il maggior numero possibile di navi, nonostante non aggiunse quello dei collegati. Ascendeva la flotta a sessanta galere di cui era stato fatto capitano, in cambio del Doria, Antonio Grimaldi, uomo abile e valoroso forse al pari di questo, benché di animo altero, e solito a lasciarsi regolare più dalla ostinazione che dalla prudenza.
Si diresse il Grimaldi verso la Sardegna coli' intenzione di prevenire la congiunzione dei confederati ; ma trattenuto per qualche giorno da una tempesta che gli danneggiò non poco la flotta, non potè conseguire il fine che si era proposto. Giunto sulle coste della Sardegna e girato il capo della Galera, gli si offrì l'armata nemica schierata in fondo del golfo d'Alghero, in modo che essendo le navi più piccole nascoste dietro le grosse, il numero di tutte sembrava minore di quel che veramente era. All' approssimarsi conobbe il Grimaldi di avere a fronte una squadra più forte dellaLjOOQie
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (224/637)
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