Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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Le mura di Costantinopoli, oltre air esser vecchie ed in cattivo stato, non erano tali da poter resistere al nuovo sistema delle artiglierie, nonostante Giovanni Longo, appena ebbe in mano la direzione della difesa, col rafforzare i punti più deboli, e riparare quelli guasti dal tempo, le avea restaurate in modo che potessero resistere per qualche tempo. Un largo e profondo fosso era stato scavato attorno al lato della città, dove i Mussulmani si erano posti a campo.
Io questo mezzo, un aiuto lieve, ma giunto in modo straordinario, rinfrancava un poco lo spirilo abbattuto degli assediati. I Genovesi di Scio udito il pericolo di Costantinopoli, aveano armato in fretta tre galere, e caricatele d'armi, di provvisioni e di soldati, le spedirono sotlo la condotta di Maurizio Cattaneo, podestà dell' isola, in soccorso della città. Accompagnata da un' altra galera greca, che per caso trovavasi a Scio, entrava la piccola squadra nel mar di Marmora, ma inoltratasi nel canale, si vide chiusa la via da tutta la numerosa flotta mussulmana, ordinata in tre file tra la riva d'Asia e quella d'Europa. Nonostante le galere di Scio non si arrestarono, ma se si ha da Credere agli storici, procedendo arditamente innanzi, traversarono, combattendo la triplice squadra, e, rotte e colate a fondo molte navi nemiche, entrarono trionfanti nel porto. Maometto, il quale dalla riva era stato spettatore di questo fatto ardito, e che per la rabbia di vedere quattro sole navi sfidare tutta la sua flotta, ed uscirne vittoriose, si era slanciato a cavallo nell' acqua, quasi egli stesso volesse afferrare i legni fuggitivi, rimase sconfortato da questo successo, e se non fosse stata l'opinione contraria del suo Divano e dei capi della religione, forse il soccorso di Scio bastava a sciogliere 1' assedio di Costantinopoli.
Essendosi adunque risoluto nel campo ottomano di trionfare della resistenza degli assediati ad ogni rischio, fu discusso il modo da tenersi negli assalti susseguenti. L'esperienza di molli, giorni spesi invano nel battere la piazza dalla parte di terra, dimostrava la lunghezza e la difficoltà dell' impresa „ volendo perseverare da questo lato; d'altronde il porto chiuso, come era da una catena di ferro, dietro la quale era schierata una squadra di trentadue galere, non si poteva sforzare se non con grandi sacrifizii.
Si appigliarono allora ad un partito molto straordinario. Sapendosi nel campo turco, per le relazioni d'un rinnegato, che quattordici anni indietro, nella guerra contro il Visconti, i Veneziani, trascinando le navi per un tratto
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (377/637)
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