I misteri di Milano di Alessandro Sauli
—( 400 )—
— Dio benedetto ! a che vale il piangere? esclamò la Fabiani alzandosi, come per concentrar meglio le risorse del suo spirito e della sua intelligenza. Si sa! ò il destino di noi altre donne. Sospette.... sempre; credute.... mai; amate.... qualche volta. Il matrimonio e una cosa santa per sè.... il cielo mi guardi dal credere diversamente.... ma la è. un'ingiustizia quella di vedere un uomo, cho dovrebbe essere il nostro sostegno, la nostra guida, la nostra salvaguardia contro la nostra debolezza e le seduzioni del mondo che ne circonda, lasciarci sole, senza difesa, per correre in traccia di emozioni febbrili, e avventurare sul tappeto verde di una bisca il suo patrimonio.... la riputazione di sua moglie.... l'avvenire delle sue creature. E, se questa moglie per salvarlo, o per protrarre almeno di qualche giorno la sua rovina, per uno di que' miracoli di abnegazione di cui noi donne soltanto siamocapaci, affrontando arditamente i pregiudizii del mondo, si reca di not-
*
tetempoin casa di un uomo, se quest'uomo è stato un suo amante.... sequest'uomo è un vecchio scapolo.... un libertino, come don Luigi...-
»
Oh, allora si fanno scene tragiche, si protesta, s'insulta.... Bla supponiamo che questa povera disgraziata, nell'isolamento, al quale fucondannata, abbia sentito fremere nel profondo dell'anima la voce delle
» •
sue passioni, e siasi abbandonata all'impulso irresistibile d'un primo amore.... di un amore di gioventù, so (locato a stento dal dovere, rinvigorito dalla compressione, che colpa ha lei se amata, riama.... se dimenticata, dimentica, questa povera disgraziata?...
Queste parole furono proferite lentamente, presso air uscio dei-gabinetto, con quell9 accento significativo, che dà alla semplice ipotesi il valore di un' affermazione.
Tutto era perfidamente calcolato nelle parole della vecchia marchesa. La supposizione era un fatto, la difesa un'accusa, la compassione una prova.
Clementina non rispose. IVella candidezza dell'anima sua, non che. ravvisare, non sospettò ncmmanco l'insidia tesale dalla zia. Ella non sapeva che piangere e.... rassegnarsi. In questo mezzo entrò il cameriere.
La Fabiani gli mosse vivamente incontro, come se gli avesse letto negli occhi, e colto sulle labbra un nome che non avea pronunzialo.
— Va bene, disse la marchesa; e, andata alla scrivania, scrisse rapidamente alcune lince, che consegnò al cameriere.
Uscito costui, avviossi verso la scranna a bracciuoli, e quando vi si fu adagiata;
| |
I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
|
Pagina (514/568)
|
Fabiani Luigi Vella Fabiani Bla
|