Storia di Milano di Pietro Verri

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      104 STORIA DI MILANORe di Francia potesse scegliere a quest'impresa. Il Duca non poteva fidarsi ne delle forze proprie, nè della volontà dei sudditi, per le ragioni già accennate. I soccorsi da Napoli o da Firenze erano incerti e rimoti. L'imperatore Massimiliano, nipote del Duca, era di buona fede e impegnato per lui} ma'il pericolo sovrastava a giorni. Il Duca scelse il partito di abbandonare lo Stato e seco condurre nel Tirolo i figli, ricorrendo a quell'Augusto. I Veneziani s7 avanzavano dalla parte d'oriente, dall'opposta s'innoltravano i Francesi sotto del Trivulzio; non v'era tempo a consigli. In quel punto venne presentata al Duca una lista di quindici primarj signori del paese che tramavano contro di lui, e tenevano segreta corrispondenza col nemico. I fatti erano avverati. Il Duca non volle far male alcuno a coloro che aveva beneficati ed amava. Prima di abbandonar Milano egli portossi dalla duchessa Isabella , le cedette il ducato di Bari, le chiese il di lei figlio Francesco per salvarlo e condurlo seco nella Germania- ma la Du-ch essa noi consentì. Pensò Lodovico il Moro di confidare il castello di Milano ad un uomo di provata fede, giacché dalla difesa di esso dipendeva la sovranità. Nel castello era riposto l'archivio ducale, vi erano tutle le preziose suppellettili della duchessa Beatrice e degli antecessori , valutate cento cinquanta mila ducati. V' era un presidio di due mila ottocento fanti, mille ottocento pezzi d'artiglieria, e abbondantissime vittovaglic e mu-* nizioni da guerra. Lodovico divisò di affidarne il comando a Bernardino da Corte. Il cardinale Àsca-nio Sforza fratello e il Sanseverino l'avvertirono di-non fidarsi di lui. Ma il Duca non badò loro, e fattolo a sò chiamare lo dichiarò castellano; indi
      umanissimamente abbracciandolo gli disse: Io vi


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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