Storia di Torino di Luigi Cibrario
J90 I.IHItO TERZOAsti. Tornovvi cinque anni, dopo nel mese di gennaio onde riformarne il governo ad onore di Dio e dell'imperio, e fu incontralo dai monaci Benedittini di S. Solutore che processionalmente con inni e cantici lo condussero nella loro chiesa, e lagrimando gli donarono parte delle reliquie de' santi Solutore, Avventore ed Ottavio e del patriarca S. Benedetto; perlocchè l'imperatore ricevette quel monastero sotto la sua protezione confermandone i privilegi e gli acquisti (2). A spiegar queste lagrime, se non sono un fior di rettorica di chi scrisse il diploma, convien rammentare che pe' deboli l'imperatore compariva come l'universale ristoratore e vendicatore dei torti , e che quindi immenso era il desiderio della sua venuta prima che il conoscessero, come immenso era poi d'ordinario, o l'odio o il disprezzo dopoché l'aveano conosciuto.
Dopo d'aver ordinata la città di Torino a suo talento, Barbarossa con un diploma del 26 di quello stesso mese di gennaio dato ad Occimiano nel Vercellese, per crescere smisuratamente le ricchezze e l'autorità di Carlo i, vescovo di Torino, turbò, sconvolse annichilò tutti i diritti acquistati e le legittime giurisdizioni del conte di Savoia, del comune, delle chiese e monasteri dell'ampia sua diocesi. Imperciocché se gli altri imperatori si contentavano di confermare alle chiese come ai principi e baroni lutto ciò che legittimamente e quietamente
| |
Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
|
Pagina (196/531)
|
Dio Benedittini S. Solutore Solutore Avventore Ottavio S. Benedetto Torino Barbarossa Occimiano Vercellese Carlo Torino Savoia Solutore Benedetto
|