Storia di Torino di Luigi Cibrario
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i.luro skstoSeguitarono lunghi anni di pace, ne' quali le indefesse cure del re continuarono il misurato ordinamento dello Stato, ed in particolar modo operarono il rifiorimento dell'isola di Sardegna, che di Spagnuola, e diserta d'ogni bene, e priva quasi d'ogni lume di lettere ridivenne Italiana, s'ornò di due università, s'aperse all'industria ed al commercio. Leggi buone, secondo i tempi, leggi migliori, che negli altri paesi già promulgate dal padre nel 1725, furono ampliate e migliorate da lui. Infine nulla mancò alla fama di Carlo Emmanule ni, neppure la severa regolarità de'costumi, che non sempre s'accoppiava alla cristiana pietà de' suoi predecessori.
Frattanto da oltre due secoli la città di Torino s'andava detergendo ecl ampliando. Nuovi quartieri le si aggiungeano a mezzodì ed a levante, nuovo giro di mura e di bastioni ne fortificava la cerchia ingrandita. Nobili edifìzi, i primi che chiamar si potessero palagi, sorgevano tempo a tempo, e chiese piccole sì, ma ornate. Gli uni e le altre facean fede della gagliarda fantasia e dell'acuto ingegno degli architetti, pittori, scultori dei seicento. Al principio del secolo xvm un novello quartiere accrebbe la città a ponente, e Filippo Juvara, architetto siciliano, ricondusse fra noi gli esempi d' uno stile più classico, e ne lasciò illustre memoria nella facciala del castello (palazzo di Madama). Nobilitandosi la città crebbe la vigilanza del Vicario
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (490/531)
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