Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO SESTO
      40!}
      maraviglia se allo tante cause che già davan luogo ad odiarloaggiuntasi la morte del misero Catalano fra lo squallore d' un carcere
      la lunghezza del procedimentol'ostinazione con cui Blancardi avea procurato di raccogliere ogni menomissimo indizio utile al fìsco
      e il niun conto in che mostrava tenere i testi-monii favorevoli all'accusatonon è maraviglia
      dicose le voci che gli amici del conte di Magliano avevano costantemente sparse
      sulla supposta iniquità con cui si procedevasi moltiplicarono allora e si rinforzarono al punto da piegare a qualche sospetto il retto animo del principe. Diffatto il duca ordinò che la visita del cadavere del conte Alfieri fosse fatta dal senator Leone e non dal Blancardi; poi comandò che gli atti del processo fossero dal medesimo senatore esaminali e parafrali a ciascun foglio; e diè breve termine al Blancardi perchè pronunziasse la sentenza. Scrisse inoltre a qualche suo confidente che s' accorgeva come in quest'affare egli era slato tradito.
      Quanta alterazione pigliasse il Blancardi di tali inaspettati colpi è facile imaginarlo. Cercava udienza dal principema non l'otteneva
      onde riparavasi dal ministro delle finanze Giambastisla Truchi che gli avea tenuto un figliuolo a battesimoe lagnavasi in sue lettere : « eli' egli trovava tutte le porte chiuse: cieco
      sordo e mulo ogni nume — dichiarava che giustissimamente si poteva venir alla condanna della memoria del conte Alfieri
      e che era stoltezza levar al


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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 775

   

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