Del vitto e delle cene di Giuseppe Averani

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      16 LEZIONE SECONDAlicatezza delle vivando, quanto la smisnranza della spesa. Lucullo, siccome uomo non meno splendido e magnifico che prode scienziato, aveva molti e diversi cenacoli. A ciascheduno aveva imposto il proprio nome, e parimente tassata la spesa, che far si dovesse nell* cena, quando quivi s'apparecchiasse. Quando si teneva tavola nel cenacolo nominato Apollo, la cena costar dovea cinque mila scudi. Riferisce Plutarco, che una volta sedendo in piazza Lucullo, quivi s'avvennero PomJ peo e Cicerone, e domandarono di cenare quella sera con esso lui, con condizione che non dovesse ordinar^ nulla di più. Cominciò egli a scusarsi, ed & pregarli che volessero aspettare al giorno seguente. Ma non am< mettendo essi alcuna scusa, ed ostinati nella richiesta non si lasciando volgere, solamente potè ottenere da loro di ordinare allo schiavo dove apparecchiar do* vesse. Allora egli disse : Oggi voglio cenare in Àpol-, line. Tanto bastò perchè il servo intendesse qual cena apprestar dovesse. Furono da grandissima maraviglia] sorpresi Pompeo e Cicerone, vedendosi all'improvvisai splendidissimamente serviti. Anche quando cenava solo^ magnificamente apparecchiava. Sgridò una volta il suo maestro di casa vedendo la mensa di povere vivande fornita; e perchè egli si scusava con dire, che non ave* vano creduto necessario apparecchiare sontuosamenter non avendo invitato nessuno : replicò : E che ! non sa* pevi che Lucullo doveva cenare c»n Lucullo f Apicio uomo ghiottissimo, quanto alcun'altro fosse giammai, dopo aver seppellito nell'ingordo suo ventre un opulentissimo patrimonio, e trangugiato due milioni e mezzo: accortosi nel saldare i conti co'creditori, che gli rer stava di stato non più che dugento cinquanta mila scudi, deliberò d'uccidersi con veleno, amando meglio di morire, che di vivere senza appagare la smoderata sua ghiottornia. Seneca non poteva comportare qaesto disordinato scialacquamento, e ne rimprovera e rim-


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Del vitto e delle cene degli antichi
di Giuseppe Averani
G. Daelli e comp. Editori Milano
1863 pagine 169

   

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Apollo Plutarco Lucullo PomJ Cicerone Pompeo Cicerone Lucullo Lucullo Apicio Lucullo Seneca