Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'ITALIA INCATENATAsa sonante, — aveva ampiamente descritto l'anfiteatro mirabile delle Alpi, quasi a perenne tutela del gran bacino padano, composto appunto da' loro millenari detriti deposti sul mare ond'erano esse medesime emerse. E la diplomazia, profittando della nostra colpevole debolezza, si piacque di spezzarne la linea poderosa, lasciando schiuse sul limite della Venezia liberata due breccie : il Trentino e il Friuli.
      Il nostro confine veramente naturale a nord-est sarebbe stato il displuvio delle Alpi Retiche e Giulie, confermando la formola geografica del Poeta divino, che poneva al Quarnaro il termine estremo d'Italia.
      Sciaguratamente le sorti dell'ultima guerra nazionale ci erano state sì avverse in terra e per mare che non soltanto il diritto geografico e storico, ma lo stesso diritto di conquista non potè essere invocato dagli umiliati di Custoza e di Lissa; poiché la punta offensiva del generale Medici in Val Sugana e i lenti progressi di Garibaldi nelle Giudicarie non bastavano a costituire nei negoziati diplomatici la base dell'ufi possidetis.
      E, più che buona ventura., parve miracolo che, nonostante le nostre iterate sconfitte terraquee, alla conclusione della pace ottenessimo la mancia vistosa, la jiche de consolation della Venezia, per colmo d'ironia ceduta alla Francia mediatrice, all' « onesto sensale » delle Tuileries, non direttamente a noi, invisi alla fortuna e immeritevoli della vittoria.
      Il trattato di Vienna, concedendo all'Italia vinta la Venezia ma negandole il Trentino, le attribuiva un confine non pure arbitrario, ma assurdo; un confine in parte monco, in parte aperto; il peggior confine possibile per un paese sì regolarmente costrutto e delineato.
      Ed ecco il Veneto aperto! I fortilizi già antiquati del" la Pontebba e di Gemona, suscettibili ad esser presi al rovescio dalla Pusteria, custodiscono malamente solo l'alto Friuli; nel basso i bastioni squalificati di Palmano-va, rudero del SanmicheK, italico Vauban, più non potrebbero fermare un solo i. r. caporale.
      Dall' uscio spalancato e indifeso della verdeggiante veneta platea (gli Euganei e i Berici hanno importanza
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 2. L'Italia incatenata (33 anni di Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 208

   

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