Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
/ CONDOTTIERI POLITICInelle mani dell'Austria; e fu efficacissimo quello con cui a Milano aiutò la propaganda in favore del Prestito Nazionale.
A Genova, nel primo anniversario della guerra, ne evocò le origini e le finalità.
« Ben si può affermare questo — egli disse; — mentre nei paesi nemici i Governi, preparando una guerra di affari, di aggressione, di predominio, che riuscivano a rappresentare ai loro paesi come guerra di supreme difese, le guadagnavano, agli inizii, un concorde favore, che si va sempre più attenuando e sfaldando man mano che l'inganno si svela, fra di noi si determina l'opposto fenomeno.
« Erano divisi gli animi dinanzi al problema della guerra, che a molti parve cimento non necessario. Ora, quanto più essa si svolge, malgrado i sacrifici che importa, essa trova sempre più largo, quasi unanime, il convincimento che risponde a ragioni supreme di sicurezza della vita nazionale, a necessità assolute di libera convivenza nel mondo. Dovevamo garantire a noi una indipendenza effettiva e concorrere a garantire all'Europa una pace salda e sincera...
« Prima che il dado fosse tratto, vedemmo e proclamammo essere lunga la via ed ardua la mèta. Occorre si estenda, si rinsaldi in tutte le classi il convincimento che alla grande partita iniziata si collega la stessa esistenza collettiva della nazione, delle classi agiate come delle classi proletarie; di queste anzi sopra tutto, che, nella loro minore resistenza, più amaro, in patria ed oltre l'oceano, sentirebbero il peso di una mancata vittoria. Onde non invano un giorno fu da voce popolare ripetuta l'apostrofe : — Guai al proletariato di un popolo vinto!
(( Qualunque dissidio dottrinale e teorico, qualunque antagonismo politico, qualsiasi minuscolo risentimento di persone, cedono fatalmente, necessariamente, di fronte a ciò che investe tutti e ciascuno, senza possibilità di evasione, in quanto hanno nel loro sentimento e nel loro interesse e dignità di cittadini una comune ra-
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