Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAauspicando il giorno in cui i forti soldati vittoriosi sarebbero tornati a riprendere le laboriose opere della pace per il' bene comune.
A Sulmona il vescovo mons. lozzoni scrisse una lettera ai fedeli nella quale diceva :
«In questi grandi fatti dobbiamo vedere un ordine della Provvidenza, un disegno provvidenziale che viene svolgendosi, e però dobbiamo piegare la fronte e rassegnarci e fare con animo volonteroso il nostro dovere. Innanzi tutto preghiamo. Sui campi di battaglia sono i nostri connazionali, concittadini, amici, parenti, fratelli di fede ed anche sacerdoti italiani. Inoltre ci sta dinanzi agli occhi dell'anima, la grande — gloriosa nei secoli — e amabile figura della Patria, il cui amore è un dovere e uno degli affetti più nobili e più teneri dell'uomo e del cristiano. Perciò preghiamo ed esortiamo il popolo a pregare Iddio affinchè, con l'aiuto del cielo, presto la Patria nostra, con vantaggio e con onore, esca da questa tremenda provà del fuoco e torni a splendere l'iride della pace. Preghiamo per i soldati, confortiamo i loro genitori, facciamo opera di misericordia a prò di quelli che per cagione della guerra ne hanno bisogno. Preghiamo per l'Esercito e per quelli òhe per la comune Patria fanno, con intenzione retta, quanto possono. »
A Bari fu celebrata all'Arcivescovado una solenne cerimonia propiziatrice per le nostre armi, per la salute del Re e dei Principi. Dopo la messa, l'arcivescovo monsignor Vaccaro pronunziò un discorso improntato ad alti sensi di patriottismo. Egli terminò inneggiando alla Patria, al Re, alla vittoria ed alla grandezza dell'Italia.
Il vescovo di Sarzana, monsignor Giovanni Carli, che per i suoi sentimenti di italianità è insignito della Commenda dell'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro, diresse al suo popolo una bella pastorale per sollevarne il cuore, « in questi giorni di guerra, nei quali la nostra gente, la diletta Italia, combatte e sventola la sua bandiera per la conquista integrale dei diritti a lei spettanti.»
Chiudeva invocando la preghiera, « affinchè il vessillo della nostra Nazione, che sventola sulle torri e sui mari, segni il trionfo dei diritti di equità e di giustizia
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