Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE BATTAGLIE DELL'ISONZOla bella azione dimostrativa compiuta dai nostri forzando il passaggio dell'Isonzo fra Canale e Auzza, la testa di ponte di Bodrez non aveva più alcuna ragione di essere. Il suo scopo era stato quello di delineare una larga minaccia di aggiramento, sì da allarmare il nemico e da indurlo a rafforzare la propria ala destra a spese delle riserve che avrebbero potuto rendere più efficaci la resistenza ed i contrattacchi sul Cucco e sul Vodice. Ora che sul Cucco e sulle posizioni del Vodice ci siamo saldamente affermati, alla testa di ponte di Bodrez rimaneva un inutile distaccamento ed è stato ritirato. È assai significativo il fatto che la brillante mossa, benché compiuta da due soli battaglioni, fruttò circa 600 prigionieri : cosicché non solo ottenne il voluto risultato diversivo, ma fu anche inaspettatamente fruttifera nei suoi effetti diretti e immediati.
- « Nei combattimenti svoltisi dal 14 maggio in poi sulla fronte dell Isonzo, le nostre truppe hanno preso contatto con una quindicina di divisioni. Tra esse, la 57a, la 58a, la 62a, la I06a hanno subito le perdite più gravi. La la Brigata Landsturm è stata pure duramente provata. Di taluni reparti si annunzia la distruzione completa; così i battaglioni 2° e 3° del 23° Schiitzen, 2° e 3° del 22° Fanteria, il 4° del 28° Fanteria, il 3° del 69°, il 2° e 3° del 5° Landsturm ungherese, il 3° del 409° Landsturm austriaco sono completamente sfasciati. Non solo essi hanno dato un contingente altissimo di prigionieri, ma avevano subito già perdite sanguinose per effetto del bombardamento e delle azioni di fanteria.
« Narrano i prigionieri che gli effetti dell'artiglieria furono spaventosi : alcune trincee furono addirittura livellate, e numerosi crolli bloccarono gli ingressi delle caverne. Ma riconoscono i prigionieri stessi che il contegno e lo slancio delle fanterie italiane furono magnifici.
« Ammirazione senza riserve esprimono gli ufficiali prigionieri, segnatamente per l'azione delle Brigate Firenze e Avellino che culminò nella conquista del Monte Cucco. I soldati del 128° Reggimento, che fa parte della Brigata Firenze, irruppero nelle Caverne piene di
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