Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAgo di consentire che io vi legra alcune dichiarazioni che, come Capo del Governo, io feci dinanzi al Parlamento d'Italia e che vi ricordi il plauso onde quelle frasi furono salutate e i voti di fiducia con cui fu approvato 1 indirizzo del Governo.
      « Io dicevo, dunque, il 12 febbraio alla Camera dei deoutati : — Io proclamo qui. al cospetto del Parlamento d'Italia, che nessuno al mondo può considerare con simpatia maggiore della nostra le aspirazioni delle varie nazionalità che gemono tuttora sotto l'oppressione di razze dominatrici. La loro causa, se incontra larghi consensi e desta meritato interessamento presso l'opinione pubblica di ogni Paese civile e libero, trova in Italia, per la storica nostra comunanza di dolori e di speranze, cuori non meno fervidi e solidali : qui, in Italia, dove i sentimenti di obiettiva giustizia si sommano coi ricordi sempre cocenti di quanto noi soffrimmo, di quanto i fratelli nostri ancor soffrono. — E aggiungevo : — Ed è comune e forse decisivo interesse che sia d'ss'pato l'inesplicabile e doloroso eauivoco che si è potuto formare sui nostri scopi di guerra. Noi li abbiamo qui, una volta ancora, e per noi e per tutti, lìmpidamente e lealmente affermati, nello spirito che intimamente li determina, come esclusivamente diretti ad assicurare la integrità e la difesa nazionale contro una minaccia secolare ed implacabile di uno Stato nemico.
      « Successivamente, il 7 marzo, io dicevo al Senato : — Se l'Italia in questa euerra persegue il fine essenziale di avere confini difendibili e di tutelare le imprescrittibili ragioni della gente italica, è evidente quanta influenza possa esercitare su questo nostro duplice scopo l'evento di avere al nostro confine un popolo che s:a a noi sinceramente unito per procedere di conserva sulle vie del progresso e della civiltà. Ed è pure ovvia quest'altra considerazione : cioè, quelle nazionalità, alle quali gli italiani si trovano vicini ed anche in parte commisti, quegli slavi meridionali ed adriatici, cui più particolarmente il sen. Ruffini si riferiva, sono, alla loro volta, nazionalità dominate dall'Austria; ed è stata soltanto l'astuzia tradizionale di questo Stato, che ha scatenato le passioni et-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 22. La patria violata
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 234

   

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