Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAtamente per oltre sessanta ore, dettero il più grande contributo al successo; e finalmente gli aviatori, che, come sempre, prodigarono tutte le loro energie.
Il nemico, ha impegnato 37 battaglioni nella strenua difesa, e precisamente le divisioni 57a e 58a al completo, parte della 46a ed elementi dell'Orient Korp. A questo corpo speciale, destinato a combattere in Palestina per ridare Gerusalemme e il Sepolcro di Cristo ai turchi, l'Austria-Ungheria partecipava, assieme ai contingenti germanici, turchi e bulgari, con quattro battaglioni, di cui tre di bosno-erzegovesi musulmani, e uno del 103" fanteria, tutti formati di elementi sceltissimi e addestrati a combattere come truppe d'assalto. I quattro battaglioni si trovavano a Belgrado quando furono precipitosamente chiamati in Italia a difendere senza fortuna la linea del Sile.
« Dai prigionieri catturati e dai cadaveri rimasti sul terreno si calcola che il nemico abbia avuto dal 2 al 6 luglio circa 20.000 uomini fuori combattimento, perdite gravissime, superiori al 50 per cento delle forze impegnate ».
La nuova ritirata austriaca assunse l'aspetto di una rotta. E il corrispondente di guerra Alighiero Castelli la descrive efficacemente :
« Alle tre di mattina del giorno 6 il nemico cominciò il passaggio del Piave Nuovo sui barconi, sulle passerelle traballanti e semidistrutte, sotto il vivo fuoco delle nostre batterie che colmarono di cadaveri le sponde e il letto del fiume. La ritirata fu disordinata, in un trambusto di uomini, di carri, di animali e di materiali, mentre le nostre fanterie sempre incalzavano da vicino, fino alla Sponda del Piave, catturando altri prigionieri, armi, munizioni abbandonate e materiali di ogni genere.
« L'alba rischiarava appena questa tragica scena rompendo la fitta nuvolaglia. Si combatteva, si marciava, si correva all'aperto eppure sembrava che tutto avvenisse sotto terra, in un fantastico terreno d'inferno.
« L'inseguimento, la ritirata, il passaggio tumultuoso sulle passerelle, sui barconi, sulle tavole gettate alla me-
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