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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tristi e di invidiosi| i quali delle patrie libertà vollero fare un privilegio di setta a solo ed esclusivo loro tornaconto| manomettendo ogni sentimento di amore e di uguaglianza| in nome delle quali si era compiuta la rivoluzione. Che anzi in molti paesi| la prepotenza di questi signori| la vendetta di vecchi rancori| la cupidigia di arricchire o di disoneste ed erotiche conquiste| furono spesso e molte volte causa non lieve delle turbolenze| delle reazioni del brigantaggio. Ed erano tanto più tristi| in quanto compivano in nome della libertà| furti| azioni turpi e colpose| contornandole con un miserabile ed infelice riverbero di orgoglio col darsi a credere liberali| e che costituiva loro una corazza sicura per potere impunemente delinquere| e forse anche sbarazzarsi dì ostacoli per le loro perverse e disoneste ambizioni. Ed io ho potuto raccogliere notizie non poche| e sapere da feroci banditi che essi si erano dati alla campagna| che erano diventati assassini e briganti proprio per vendicarsi di prepotenti signori| che avevano loro insultato l'onore| la santità della famiglia. Ed in Melfi è ancora vivente uno che fu dei più feroci che ha scontato ventiquattro anni di carcere| e che si era dato al brigantaggio al solo scopo di vendicarsi dell'onore oltraggiato.
   Per ora mi limito| con la presente pubblicazione| a contrapporre alle asserzioni del bandito| la narrativa dettagliata delle sue gesta| dei suoi delitti| delle sue vittime cadute sotto il coltello| o le palle del masnadiero| senza alcuna delle splendide illusioni che la guerra presta perfino alla morte. «Mi sono accinto a far scorrere torrenti di sangue| egli dice a pag. 22| e vi sono riuscito a meraviglia». Eppure pei tanti spenti nel fiore della loro esistenza| non un accento di dolore| non un atto di sconforto venne a turbare la coscienza di queste regioni| le quali| se non deposero sugli uccisi una corona verdeggiante in eterno| certo avranno perennemente scolpito nell'amore e nella memoria| il nome dei martiri.
   E tutto io narro a base di documenti ricavati e rintracciati nel grande Archivio provinciale di Potenza.
   Melfi| 12 aprile 1903
   Basilide Del Zio
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