Umberto Adamoli
FAMIGLIE STRINA-ADAMOLI. DA COMO AD AQUILA


Pagina 21
1-5- 10-15- 20-25- 30-35

[Indice]

     La costruzione, sotto la direzione tecnica del lombardo, non tardava ad iniziarsi.
     Durava quel lavoro, per le tante difficoltà da superare, due anni. Finiva nel 1856, anno in cui nasceva in quella famiglia altra bella bambina, Marta, ma che, procurando un forte dolore, non sopravviveva a lungo alla nascita.
     Prima che l'inverno giungesse a chiuderli a Tossicia, i nostri si trasferivano nella nuova residenza. In un primo tempo avevano determinato di conservare anche la fonderia della montagna; ma essendo stata depredata, negli ultimi giorni, dai briganti, che infestavano la zona, mutavano parere.
     Nella primavera del 1857, poco prima che Carlo Pisacane e Giovanni Nicotera, sbarcassero, per farsi gloriosamente massacrare, con i loro eroici compagni, nel nome santo d'Italia e della libertà, nella funesta Sapri, nella vallata superiore del Tordino si rompeva quel silenzio, che vi regnava solenne da secoli. Il rimbombo improvviso dei magli, voce viva del lavoro, gettava nella contrada un non so che di briosa festività e di scompiglio. Gli uccelli, all'insolito rumore, svolazzavano, spaventati, di ramo in ramo; i cani ululavano, mentre il contadino, appoggiandosi alla zappa, si toglieva il cappello, ed il viandante, arrestando il cammino, benediva la voce, che saliva da quel nuovo lavoro: lavoro, festa della vita, sempre fecondo di prosperità, di serenità, di pace.

     La contrada, che usciva dal sonno, si animava anche per le molte famiglie degli operai della fonderia, che vi erano giunte da paesi diversi.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto